Cambiamole il nome
Il riferimento è ad una lettera pubblicata a metà giugno dal titolo "Una Selva pericolosa", che trattava del mancato sfalcio dell'erba lungo la ciclabile Gavardina

 
Spett. Redazione di Vallesabbianews,
 
in riferimento all'articolo-appunto-lamentela del ciclista anonimo sulle condizioni della cosiddetta "Gavardina", da lui definita la scorsa estate una selva pericolosa e, già che ci siamo, perchè no anche oscura, sono, potrei dire d'accordo su tutto ciò che "l'amico ciclista" descrive sullo stato di questa stradina di campagna, talmente ristretta in certi casi, con erbacce che invadono parte della carreggiata e che diminuiscono la visibilità per chi la percorre in un senso o nell'altro, specialmente se i ciclisti hanno un'altezza che non supera il metro…
 
Dopo anni, esattamente nel periodo in cui si inaugurava e si gridava al mondo con tv locali la pericolosità della strada (e non il comportamento di "alcuni ciclisti"), proprio in quei giorni si vietava un breve tratto della suddetta ai non residenti, l'accesso sulla Gavardina da inizio via Sormani fino a ecc.ecc. .
 
Proprio ad inizio settembre 2013 mi sono preso la briga e il rischio di inforcare la mia vecchia trentennale bicicletta e scendere addirittura da inizio via Sormani (dove sono nato) e andarmene a "biciclettare" diciamo così, dove mi avrebbe portato per un'oretta il cuore.
Conoscendo la strada, avrei portato molto volentieri le mie nipotine, due, non un numero esagerato, per non invadere come un esercito la già piccola carreggiata, (già invasa da un altro esercito molto più agguerrito) comunque ben tenuta, (anche a casa mia non sempre l'altezza dell'erba della mia isola verde è sempre come i miei occhi la vorrebbero).
 
In compenso il mio piccolo verde non e' imbrattato di cartacce, bottigliette,  plastica, mozziconi…
E qui, se mi permettete, non c'entrano assolutamente i sindaci dei territori attraversati dalla ciclabile, che non si capisce bene cosa dovrebbero fare per impedire che il tutto diventi una discarica a cielo aperto.
Penso anche a quei poveri cristi che per lavoro sono obbligati sia a tener pulita la cosiddetta pista ciclabile Gavardina e anche dall'immondizia buttata di proposito fuori dai cassonetti, ma questo è un altro argomento.
 
La mia impressione è che la "Gavardina" stia diventando impraticabile non tanto per l'erba alta o bassa. Piuttosto a causa di quegli assi della Formula1-bike che si credono degli Alonso o dei Massa: senti un fischio o una parolaccia e via che sono già passati.
 
Vuoi vedere che la colpa è del nome che gli hanno dato?
Perché invece che chiamarla "pista" ciclabile non la chiamano "passeggiata" ciclabile? Forse passa la voglia di correre.
 
Questa stessa lettera l'ho inviata per conoscenza anche al sindaco di Gavardo Emanuele Vezzola.
 
Lettera firmata

 
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