Calabroni a Lavenone
di val.

Piuttosto grande il favo, particolarmente robusti i calabroni, grossi come un mignolo. Per sloggiarli fra vetro e anta, hanno dovuto intervenire i Vigili del Fuoco

 
La chiamata ai Vigili del Fuoco è arrivata da Lavenone nel tardo pomeriggio: «C'è un nido di calabroni grande come mezza finestra, cosa dobbiamo fare?».
In quattro e quattro otto, sono intervenuti gli uomini del distaccamento di Vestone, che col fuoristrada si sono arrampicati lungo l'erta via che parte dal paese e porta in località Senglana, seicento metri di quota sopra l'abitato.
 
Lì c'è la "casina" di Giancarlo, ben mimetizzata accanto alla "posta" pronta per l'apertura della caccia.
Ieri sono saliti fin lassù Iside, (sorella di Giancarlo) col marito Fabio, per le ultime faccende che anticipano l'imminente apertura della stagione venatoria.
 
E si sono trovati la pericolosissima sorpresa appena al di là del vetro della camera da letto: «Che facciamo? li staniamo con il fuoco? e se poi si arrabbiano?».
Saggia la decisione di chiamare gli esperti.
Dotati di apposita attrezzatura, sono arrivati infatti i pompieri di Vestone, che dopo aver raggiunto il casolare ci hanno messo davvero poco a risolvere la questione, togliendo di mezzo l'ingombrante involucro nel quale abitavano calabroni a decine, forse centinaia.
 
A parte tre o forse quattro di questi pericolsi insetti che ancora giravano in cerca del loro nido, mezz'ora dopo, per aver incautamente scelto di convivere con l'uomo, tutti gli altri avevano fatto una brutta fine.
 
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