Disparità di tariffe tra le diverse località
Sconsigliabile traslocare nella zona del Garda, quanto meno a giudicare dalle bollette del gas. Sono undici gli operatori del territorio bresciano che distribuiscono gas.

Sconsigliabile traslocare nella zona del Garda, quanto meno a giudicare dalle bollette del gas. Sono undici gli operatori del territorio bresciano che distribuiscono gas, ma la disparità di tariffe tra i circa 200 Comuni bresciani lascia gli utenti con parecchi interrogativi. Dubbi che non trovano risposte nemmeno dopo le liberalizzazioni, rivoluzione compiuta in luglio scorso con il via libera alla concorrenza dopo l’elettricità anche per il gas naturale.

Il divario di costi tra un paese e l’altro giunge a sfiorare una forbice del 48 per cento, dato riportato dall’indagine condotta dall’Università degli studi di Brescia e presentata ai cittadini durante una tavola rotonda al San Carlino.

«La ricerca commissionata dalla Provincia - ha avvisato il presidente Alberto Cavalli - rappresenta il punto di partenza per un dialogo con le associazioni dei consumatori da parte di un ente che ha il dovere d’informare e garantire trasparenza nei servizi con la consapevolezza che non spetta all’Amministrazione controllare in senso proprio le tariffe». Ma la sperequazione dei costi su un territorio eterogeneo comprensivo di laghi, montagne e pianure, fotografa in scala una situazione nazionale. Passi il peso delle imposte, ma rimane senza spiegazione perchè a Palermo il carico delle accise rappresenti il 30%, mentre a Torino il 44.

Ma anche a considerare la conformazione morfologica del Paese la provincia bresciana diventa un buon banco di prova e sorprende come i prezzi siano più alti proprio dove il trasporto è meno difficile. Bollette salate sul lago e meno onerose in Valcamonica.

Tra l’altro non è detto che le liberalizzazioni modifichino di botto un fenomeno destinato a fare i conti anche con i prezzi dell'importazione del gas e con la separazione del gestori delle reti dai venditori della materia prima. «L’Autority - ha precisato Vincenzo Cioffo in rappresentanza dell’organismo istituito nel 1998 - può fissare le tariffe solo per i distributori». Fermo restando l’ arretratezza infrastrutturale dell’Italia, motivazione addotta per tentare una spiegazione della bizzaria che investe il caso Borno - Carpenedolo contraddice, quanto meno su scala locale, la motivazione logistica. Dati del 2004 alla mano, nel comune della Bassa un’utenza media domestica di 1.400 metri cubi all'anno di gas ha un costo di, imposte comprese di 705,3 euro, mentre nel municipio camuno la stessa quantità di gas costa 897 euro.

«La ricerca realizzata da Carlo Scarpa - ha precisato Aristide Peli, assessore alle attività produttive in Broletto - impone agli organi competenti di verificare e capire alcune anomalie bresciane».Considerato che nessuna delle 11 società erogatrici attive in provincia opera con l’acqua alla gola o in situazioni di dissesesto finanziario, giustificare tali differenza mette in campo la collaborazione di chi, a diverso titolo, ha il potere d’incidere sul tale comparto. Un bel rebus che potrebbe accentuarsi con gli ulteriori rincari di queste settimane. Un tema quest’ultimo sul quale interverrà oggi alle 15 alla Camera (in diretta su Rai 2), il parlamentare bresciano di An Stefano Saglia.

di Federica Papetti
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