Coro? Si, Beorum
di Marisa Viviani

Attualmente sono tredici i componenti del Coro Beorum. Si ritrovano facendo del canto spontaneo popolare la loro "missione". Nei teatri, ma soprattutto dentro e fuori dalle osterie. Divertendosi e divertendo


Canta oggi, canta domani, e sempre nelle osterie e nei bar con contorno di caliciotti di vino, che detto fatto ti trovano il nome adatto: Coro Beorum sono stati etichettati, e tali sono rimasti, ora con tanto di divisa su cui è ricamato lo spiritoso nome che portano con orgoglio e ironia.
 
Adriano, Claudio, Duilio, Ezio, Gabriele, Gianmarco, Giorgio, Giovanni, Matteo, Maurizio, Mauro, Michele, Sirio sono i tredici attuali componenti del Coro Beorum di Bagolino, che una decina d'anni fa iniziò a recuperare le canzoni popolari che si cantavano nelle osterie e nelle varie feste e circostanze conviviali o di lavoro, come i matrimoni o la fienagione, affinché restassero nella memoria dei giovani e nel patrimonio culturale del paese.
 
Come affermano i coristi, in realtà il Coro Beorum è sempre esistito come canto spontaneo nelle osterie e nelle feste, ma è andato scemando negli anni recenti per il cambio di abitudini e la trasformazione del costume; le canzoni tradizionali e le modalità esecutive tipiche rischiavano così di scomparire insieme agli anziani che le conoscevano e le avevano interpretate da sempre.
Da qui l'idea di un gruppo di amici di tentare il rinnovo della tradizione di cantare insieme e di trascrivere le canzoni tipiche del luogo appoggiandosi alla memoria degli anziani; il recupero dei canti avvenuto negli anni ha consentito infatti di mantenere un pezzo di cultura popolare che ha elementi di specificità bagossa ed elementi di affinità od uguaglianza con altre zone, ad esempio la stessa musica con testi diversi.
 
Il passaggio dalla trasmissione orale a quella scritta ha segnato così un passo avanti fondamentale per la conoscenza e lo studio del canto popolare; in questo campo ad esempio va segnalata la ricerca di Tommaso Ziliani ed Ennio Bertolotti, sostenuto dall'USCI (Unione Società Corali Italiane) di Brescia, Canti Popolari Bresciani (1), che comprende anche canti tipici di Bagolino trascritti in collaborazione con il Coro Beorum.
 
Oltre allo scopo della raccolta e conservazione del materiale canoro, il Coro Beorum ha naturalmente anche quello di cantare e far cantare, cioè di coinvolgere la gente nel canto insieme, motivo per il quale il coro viene invitato e per cui comincia ad essere conosciuto.
Varie presenze in manifestazioni infatti testimoniano un rinnovato interesse per il canto popolare; per ora le maggiori richieste di partecipazione sono arrivate dagli Alpini, sia per le feste nei paesi che nelle celebrazioni in quota (anniversari, commemorazioni, messe alpine), ma la tipologia degli inviti inizia a variare; nell'agosto scorso, ad esempio, nell'ambito della Notte sotto le stelle nella Piana di Bruffione, il Coro Beorum è riuscito a far cantare i 500 partecipanti, che dal solo ascolto iniziale, dopo una timida partecipazione al canto ci hanno preso gusto proseguendo fino a notte inoltrata; così come ad una Festa del 1° maggio a Nozza, dove le persone parteciparono al canto con grande entusiasmo.
 
Intanto il coro viene invitato a cantare presso le osterie di Bagolino o davanti alle case di qualche persona che lo richiede; si canta in strada, la gente si ferma ad ascoltare, qualcuno accenna una strofa, altri si uniscono al coro; arriva da bere, vengono offerte delle bottiglie di vino, degli assaggi di formaggio, degli affettati, si canta, si beve e si mangia, poi il coro passa ad un'altra osteria o bar o casa, e riprende a cantare.
 
Cantade curte, biìde lunghe, raccomanda un detto locale ed è certo che il Coro Beorum lo ha ben presente, ma con contorno di qualche mangiarino per non fare cuä e sbagliare tutte le strofe. Il coro non ha un direttore, nessun maestro dà la nota che determina l'intonazione della canzone, il canto è spontaneo, le prove si effettuano dal vivo cantando, e se si sbaglia si ricomincia, come si faceva una volta, scopo del coro è cantare, divertirsi e far cantare.
 
E' una festa per la gente – dicono i coristi – e anche nostra; ti fermano per strada, ti chiedono quando canteremo, dove andremo a cantare, ti offrono una bottiglia; è lo spirito festaiolo di Bagolino, derivato dal nostro carnevale; non tutti sanno far festa, per noi a Bagolino è cantare, parlare, mangiare insieme, ballare, stare in compagnia, mentre per i ragazzi d'oggi far festa è lo sballo, quindi quando vediamo che i nostri giovani ci seguono, che imparano i canti, per noi è una grande soddisfazione; quest'anno alla commemorazione alpina presso il Capitello dell'Arciprete c'era una ventina di ragazzi che cantavano insieme a noi, è stato bellissimo; è proprio per avvicinarci alla realtà giovanile infatti che siamo su Facebook, tra noi ci sono alcuni giovani che se ne occupano.-
 
Così il coro attacca un canto tutto di Bagolino, La bella Biondina, che sentenzia senza mezzi termini che Con i sassi si fa i palazzi, coi bei ragazzi l'amore si fa.
 
Il coro ci fa immergere immediatamente in un'atmosfera d'altri tempi dominata dalla semplicità e immediatezza dei sentimenti e concretezza delle situazioni, in cui si alternano commozione, comicità, ironia, drammaticità, anche con richiami alla realtà odierna:
- Con la bocca diceva i peccati, con il cuore faceva l'amor.
- Camerer porta mès lìter: pagherò, pagherò, pagherò. Come farò se no ghè no. Camerer, solo un bicchiere, se non vuoi farmi morir. Camerer porta del nero, che piaceva anche a San Piero.
- Quando ti prende la malinconia pensa che c'è qualcuno accanto a te. L'amicizia è una ricchezza, mai da soli in mezzo ai guai, questi sono gli amici miei.
- Cosa fanno le belle sposine quando il marito l'è fora di cà, le se lava le se petèna per andare al convento dei frà.
- Son prigioniero de la Germania, chissà quando ritornerò, ritorna uno, ritornan tanti, ma i nostri amanti non tornan più.
- Io avevo cieli azzurri nello sguardo e dentro il cuore, con i sogni dei vent'anni e il tuo sincero amore. Quel giorno son partito in divisa da soldato, con la fiamma e il tricolore, ma non sono più tornato (2).
 
Il repertorio del coro è piuttosto ampio, tanto da consentire sabato scorso di tenere banco per quattro ore consecutive alla Festa degli Alpini di Cortine di Nave, quando all'una di notte, spente le luci, chiusa la cucina, con il pulman che doveva riportarli a casa in attesa sulla strada, avevano deciso di cantare l'ultima canzone, ma nel frattempo ne avevano messe in cantiere altre quattro o cinque.
 
Non si sa come è andata a finire, perché lasciando la festa, nella notte fonda di Cortine si sentiva soltanto il Coro Beorum che proseguiva imperterrito a cantare.
Ugola di ferro e polmoncini d'acciao; chissà se al mattino qualche residente avrà protestato per il disturbo, ma si sa, oggi quasi nessuno sa più divertirsi al modo antico, e il canto può essere considerato addirittura un rumore molesto.
 
Prossimo appuntamento per il Coro Beorum domenica 15 settembre ore 12,45 a Fara Gera d'Adda (BG) nell'ambito della 1ª Sagra di San Maurizio Patrono degli Alpini.
E il 4 ottobre un'occasione da non perdere per i bresciani, quando il coro canterà al San Barnaba di Brescia alle ore 20,30 per la presentazione del secondo volume dei Canti Popolari Bresciani a cura di Tommaso Ziliani ed Ennio Bertolotti, presenti anche il coro dei Contradaioli di Manerba del Garda e il cantastorie bresciano Francesco Braghini.
 
Marisa Viviani


Foto di Luciano Saia

1. Ziliani T.- Bertolotti E. (a cura di) , Canti Popolari Bresciani vol. I, Liberedizioni, 2011 - Il secondo volume è di imminente pubblicazione.
2. Eravamo in 19. Canzone dedicata ai morti di Nassiriya. Testo di R.Rocchetti – Orchestra Bagutti
3. Coro Beorum, per contatti e informazioni: pelizzari.maurizio@libero.it --- cell. 339/4345421

 
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