Quando il padre è mancante
di Giuseppe Maiolo

E' difficile fare i genitori ma ancora pi difficile fare il padre. Essere padre. Festeggiare il padre allora, pu essere importante, purch si rifletta

 
Un tempo la figura del padre incarnava il ruolo normativo e la madre quello affettivo. Oggi non è più così.
Meno male, c’è meno rigideza nelle relazioni.
Se i ruoli possono essere intercambiabili, le funzioni genitoriali, però, dovrebbero restare chiare, definite. Invece  la famiglia di oggi vive una stagione particolare: sembra essere sbilanciata sul materno.
 
Il che vuol dire più orientata al protratto soddisfacimento dei bisogni affettivi, economici e sociali dei figli.
Questo rende difficile l’emancipazione dei giovani e la loro autonomia, produce insicurezza e ansia, ritarda il raggiungimento dell'indipendenza.
Se la figura paterna è mancante o, sbiadita, rimane sullo sfondo nella vita dei figli, molto spesso è come se egli non ci fosse e mantiene quel cordone ombelicale che non lascia andare molto lontani dalla madre.
 
Un tempo erano i figli ad aver paura dei padri.
Ora sono questi ultimi che temono i loro figli e sono impauriti da un comportamento così difficile da capire.
 
La paura del padre è stata sostituita dalla nostalgia per quel genitore mancante, che non soccorre perchè non c’è, che non si odia, ma che irrita più per le cose che non fa e per le decisioni che non prende.
Un padre che non è più un referente se non per il fatto che sostiene economicamente la famiglia ma, ormai, neanche più in modo esclusivo, può fare solo rabbia.
 
La protesta che nasce da questi figli può essere, allora, dura e violenta.
Ha molto a che fare con una precisa accusa: “Hai disertato il campo, sia come padre che come marito”.
La sua latitanza, il suo non esserci o la sua abdicazione, non sono privi di conseguenze per l’ adolescente.

Questi se non può confrontarsi, non sa come modulare le sue richieste di autonomia e affrancarsi dalla dipendenza.
Non ha confronto.
Lo scontro generazionale, che pure ha la sua funzione, avviene all’oscuro, nello spazio in cui possono prevalere ora la tristezza e l’apatia, ora la noia e l’assenza di ogni progetto.

A volte anche la disperazione. E quest’ultima, quando non è fatta di gesti fortemente autodistruttivi, si manifesta con  sentimenti di paura e incertezza crescenti, ma anche con quei comportamenti fortemente trasgressivi che, spesso, hanno la funzione di convocare forzatamente il padre a rientrare in  scena. In questa ottica possono essere letti molti “messaggi” dei giovani come gli insuccessi scolastici, gli atteggiamenti trasgressivi e le pratiche a rischio, le condotte violente e l’uso di sostanze.

Giuseppe Maiolo
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