Anfo e la belle époque
di Giancarlo Marchesi

E' tornata agli antichi splendori, grazie ad un sapiente restauro, una delle case che ad Anfo ricordano i fasti di quando la Rocca d'Anfo era presidio di frontiera e il piccolo centro viveva di una florida economia

 
Tra la fine dell’Ottocento e il primo decennio del Novecento, la Comunità di Anfo - grazie alla presenza dell’omonima Rocca, importante presidio militare a difesa del confine con l’Impero Austro-Ungarico, posto lungo il fiume Caffaro – poggiava su una florida economia: negozi, trattorie, alloggi e alberghi traevano vantaggio dalla massiccia presenza militare.
 
Oltre al battaglione in Rocca, nell’abitato di Anfo erano dislocate due caserme della Guardia di Finanza.
Questa significativa stagione era ricordata, fino a pochi mesi fa solo dalle suggestive fotografie di Emanuele Mabellini, pioniere della fotografia bresciana del secolo scorso.
Le sue immagini ci restituiscono un abitato impreziosito da case decorate in uno stile che richiama il Liberty.
 
Oggi, grazie ad un attento restauro compiuto da Eleonora Bertolazzi e Angela Binetti dello studio Seccamani, che sono state impegnate diversi mesi, una delle abitazioni anfesi ha riacquisito il suo antico fascino.
 
I proprietari dell’immobile, i coniugi Graziano Ghidini e Pierangela Abbiatici, si sono preoccupati, senza attendere contributi, di riportarlo nelle condizioni migliori.
La decorazione presenta un rivestimento architettonico ligneo al quale si sommano festoni e mascheroni che richiamano il vicino Tirolo e ci ricordano gli anni ruggenti della belle époque.

 
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