I massi intelligenti della Rocca
di Ubaldo Vallini

Il pericolo di crolli investe l'intera area su cui sorge la Rocca d'Anfo, anche la parte a lago ed il parcheggio che affianca la Provinciale. Nessuno può entrare. La 237 del Caffaro invece è percorribile con tranquillità

 
Lo sono stati i missili nella guerra in Iraq, vuoi vedere sono intelligenti anche i sassi della Rocca d'Anfo?
Un'intelligenza conclamata.
Da tre anni infatti, eccetto che per una settimana lo scorso inverno, i massi pericolanti del monte Censo sul quale è stata edificata l'antica fortezza veneta prima ancora che napoleonica risultano essere perniciosi al di sopra e al di sotto della 237 del Caffaro, area di pertinenza del Demanio, e anche nel parcheggio realizzato a fianco della Provinciale.
 
Lungo l'arteria che collega Bagolino ed il Trentino col resto della Valle Sabbia, che quel terreno demaniale lo attraversa per intero invece no: gli eventuali massi di passaggio, si vede, sono in grado di calcolare il loro rotolamento facendo in modo di non colpire i passanti e le loro auto, camion e pullman.
 
Sembra una barzelletta, invece è proprio così.
Quella che finalmente potrebbe essere cominciata, infatti, è la terza estate senza la possibilità di accesso alla Rocca.
 
E' paradossale: a tutti i livelli istituzionali, la Rocca d'Anfo viene descritta come struttura in grado di rilanciare il turismo nell'intera Valle Sabbia, tanto che la Comunità montana ha pronto un progetto "modulare" che confidando abbondantemente nei favori dell'Europa prevede di investirvi 50 milioni di euro.
Tutto questo mentre in realtà i rovi negli ultimi tre anni di abbandono hanno ripreso il sopravvento, tornando ad intasare gli antichi camminamenti.
 
L'ultimo accesso "istituzionale" è stato quello dell'altro ieri, quando nell'antica fortezza sono entrati fra gli altri il sindaco di Anfo Giampietro Mabellini e l'assessore regionale Viviana Beccalossi, concordando l'esigenza di recuperare fondi per mettere in sicurezza l'area.
 
Come se fosse una novità.
La novità sarebbe quella di permettere almeno l'accesso ai volontari del Gruppo "Sentieri Attrezzati" capitanati da Sergio Rizzardi, che fra il 2006 e il 2011 si sono occupati di ripulire e di mettere in sicurezza i passaggi fra le antiche pietre, portandoci dentro qualche cosa come 15mila turisti.
Quando la Rocca è stata chiusa il sodalizio era pronto ad inaugurare al suo interno persino un museo. Anche quello aspetta.
 
Rizzardi è talmente amareggiato della situazione che neppure vuol parlarne.
Lo fanno altri per lui, raccontando di incursioni vandaliche in Rocca e di furti di attrezzatura.
A sparire sarebbero state persino le grondaie di rame posizionate in occasione dei più recenti interventi, costati centinaia di migliaia di euro.
 
Insomma: quando la gatta dorme...
E in mancanza di manutenzioni, ovviamente, va di male in peggio anche per la sicurezza dei versanti.
 
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