Il respiro corto
di Itu

Più di ogni altra cosa nella giornata estiva l'appuntamento è a quel tempo "fuori", di corsa in bici o in passeggiata pur che sia tempo per muovere nuovi pensieri.

 
Porto la spazzatura ai cassonetti e sento lo sbuffo del ciclista di turno alle spalle, la scia umida dello sforzo sudoso e la sequenza della pedalata che morde i polpacci in salita.
 
In passeggiata ancora passi di corse controllate al polso, su e giù per il versante più dolce della montagna, ancora bici che sfrecciano in discesa e ciclisti che affondano i pedali in salita: movimento a tutti i costi, tempo per ritrovare un respiro nuovo dalla fatica ad una sfida che ci smuova dentro ogni goccia di sangue.
 
Andava di moda il giardinaggio o la cura dell’orto fino a non molto tempo fa, adesso è più conveniente un paio di scarpe che risultano comode perché la terra è troppo offesa dagli sghiribizzi del clima e troppo difficile da seguire.
 
Finisce il lavoro (se c’è) e comincia la voglia di uscire, di sentire il corpo stanco e teso, come a prepararci tutti ad una grande fuga.
L’ingrediente determinante è l’endorfina che si sveglia e fa sembrare che davvero ce la possiamo fare ad affrontare le difficoltà di ogni giorno.
 
Io trovo che è una droga interessante questa endorfina che si scatena muovendoci, è pulita, non costa e nessuno è interessato a spacciarla.
Da soli o in compagnia questa estate è in movimento, sparpagliati per sentieri e selciati a smaltire la gran rabbia di sentirci traditi e a cercare il nuovo di un respiro da conoscere.
 
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