«In bilico» con gli occhi dei figli
di red.

Verrà presentato questo martedì sera nel Monastero di Santa Maria a Gavardo, alla presenza degli autori Mariella Bombardieri ed Ennio Pasinetti, un libro sulla separazione coniugale

 
L'appuntamento è per 20 e 30 nel Monastero che apre su via Santa Maria a Gavardo.
 
«In bilico - La separazione dei genitori raccontata dai figli»: è il titolo del libro, edito dalle Paoline.
Per l'occasione verranno effettuate alcune letture con le voci di Francesca Garioni e Monica Bombardieri, accompagnate alla chitarra da Giorgio Bertanza.
Un'iniziativa promossa dall'Associaizone Genitori di Gavardo e dalla parrocchia dei santi Filippo e Giacomo.
 
--------------------------------
Vi riportiamo nel merito del contenuto del volume quanto è stato pubblicato nei giorni scorsi dal Giornale di Brescia, a firma di Claudio Baroni.
 
Si giura che è «per sempre», ma è sottinteso che è «finché dura».
Nella società liquida e instabile, la famiglia non fa eccezione. Se all’introduzione della legge sul divorzio in Italia, agli inizi degli anni Settanta, le coppie che si dividevano erano poche, sono poi cresciute in maniera considerevole: dal 1995 al 2005 le separazioni sono passate da 52 mila a 82milal’anno, mentre i divorzi sono saliti da 27mila a 47mila.
 
«L’instabilità familiare è un dato certo e dobbiamo farci i conti»: da questa constatazione prende le mosse il volumetto scritto da Mariella Bombardieri e Ennio Pasinetti, edito dalle Paoline. Psicoterapeuta la prima, redattore di riviste e testi scolastici il secondo, bresciani entrambi. «In bilico» è l’emblematico titolo scelto per cercare di definire una situazione instabile e precaria, carica di preoccupazioni, quella che vivono i figli dei genitori che si separano e che gli autori hanno cercato di cogliere dando voce ai protagonisti. Con un obiettivo: «Offrire un aiuto a chi vive la separazione e può trovarsi in crisi e sentirsi disorientato».
 
Gli autori dichiarano fin dalle prime pagine qual è stato il metodo, che mischia fiction e realtà.
Il trucco ha una funzione narrativa: capitoli e questioni sono introdotti dalla storia di Marco e Sara, figli di separati, che si preparano al matrimonio e questa scelta cruciale impone riflessioni sul passato, sul presente e sul futuro.
Il tutto è però frutto di una serie di vere interviste a figli di genitori separati, oggi diventati grandi, che ricordano, raccontano e rielaborano i momenti più sensibili della loro esperienza. A cominciare dalla vergogna e dalla paura, i primi sentimenti che colgono un figlio piccolo quando viene a sapere che papà e mamma non vivranno più insieme.
Le liti che precedono la decisione, le conflittualità che la accompagnano, le ostilità che la seguono «creano incertezza e chiedono risposte».
 
Ogni bambino «ha in testa un ideale di famiglia che non prevede che i genitori si separino».
E quasi sempre si chiede se sia «colpa» sua, quando questo accade. Una separazione è sempre dolorosa, tanto più per chi, come i figli, ne patisce le conseguenze senza poter fare nulla per evitarle.
 
Ci sono situazioni patologiche: i figli si sentono feriti quando non viene spiegato loro quanto sta accadendo, quando vengono usati per ricattare l’ex coniuge, quando si creano nuove convivenze senza che essi abbiano avuto il tempo di rielaborare il proprio lutto. E «non vi è nulla di più negativo per un bambino che il doversi tener dentro la sofferenza o la rabbia».
Più che dare indicazioni per affrontare il dolore della lacerazione, il libro propone esperienze dirette, lasciando al lettore di trarre le conclusioni.
 
Ma come «ridurre il danno»? Innanzitutto essendo consapevoli che una separazione è sempre «sofferta».
I figli si chiedono: dove andrò a vivere, con chi? quando potrò rivedere il papà o la mamma? e i nonni, i cugini, gli zii? I figli hanno bisogno di papà e mamma e vogliono bene ad entrambi: soffrono di non poter stare con tutti e due contemporaneamente, patiscono se qualcuno mette in cattiva luce «l’altro».
 
Ogni passaggio della separazione è uno strappo: venirlo a sapere, vivere quel «tempo sospeso» che precede la divisione, cominciare a riorganizzare la propria quotidianità - la scuola, la casa, le vacanze, le feste - ricostruire nuovi legami parentali ed affettivi...
Basterebbe tutto questo, senza aggiungere livore e rancore, come quasi sempre invece accade. Le testimonianze di chi ha vissuto la lacerazione, comprendere come ha ricostruito nuovo equilibri, può essere di grande aiuto a non sentirsi «in bilico».
Claudio Baroni

 
130527_In_bilico.jpg