Il «Gnaro» per la terza volta sull'Everest
di Andrea Alesci

Lunedì mattina Silvio Mondinelli è giunto in vetta al "tetto del mondo", unico italiano a salirvi per tre volte. Una salita agli 8.848 metri che potrebbe chiudere la carriera Himalayana dell'alpinista triumplino, dichiaratosi desideroso di vedere altri posti nel mondo

 
Il cielo splendeva nei giorni scorsi sopra i monti del Nepal. Radioso come Silvio Mondinelli, che per la terza volta è giunto sulla cima dell'Everest, a quota 8.848 metri.
 
Erano le 5.55 di martedì mattina (circa le 3.25 in Italia) quando insieme al compagno di salita Aldo Garioni, presidente della Società Escursionisti Bresciani Ugolini e che fra l'altro è in qualche modo imparentato con il "Gnaro", giacché sua moglie (Bice Contrini) è figlia del cugino dritto dell'alpinista triumplino.
 
Una spedizione composta da altri quattro alpinisti e giunta in vetta con condizioni di grande freddo (-30°C) ma in una "giornata fantastica, che apriva il cuore per il paesaggio che ci si presentava davanti", ha dichiarato Silvio Mondinelli.
 
“Questa volta - ha raccontato il "Gnaro" a montagna.tv - sono arrivato a 8.500 metri e sentivo freddo ai piedi. Pensavo: ma ‘sto ossigeno, dicevano tutti che era una bomba eppure non mi sembra un granché. Allora ho controllato: l’erogatore era rotto! E ho capito perchè le mie bombole erano sempre piene anche se le avevo da due giorni! Comunque, poi lo sherpa mi ha sistemato l’erogatore e allora sì che ho sentito la differenza".
 
Una salita all'insegna della novità per Silvio Mondinelli: quella con l'ossigeno. La decisione di salire in questo modo spiegata dallo stesso alpinista triumplino: "Se sali con qualcuno devi prima pensare alla sua sicurezza, poi a te stesso".
 
Un'ora dopo l'arrivo in vetta il gruppetto era già ridisceso verso il campo 3, con quel numero (3) che segna il numero di volte di un valtrumplino (e sinora unico italiano) in cima al "tetto del mondo".
 
Una vetta Himalayana che Silvio Mondinelli potrebbe avere visto per l'ultima volta, come racconta sempre ai colleghi di montagna.tv: "Non so se avrò ancora voglia di tornare qui in spedizione: è dura, devi stare due mesi e andare su e giù per aspettare la finestra del tentativo. E poi ho voglia di vedere altri posti: l'Alaska, il Vinson, ci sono tanti luoghi nel mondo che vorrei visitare. In discesa ho regalato tutta la mia roba agli sherpa, non credevano ai loro occhi. Ma se lo meritavano. Fanno paura, a vederli con i carichi che hanno. E magari così provati vengono a volerti dare la Coca Cola".
 
Il "Gnaro" di Pezzoro è riuscito a salire ancora una volta pIù in alto di tutti. E ancora una volta sa riconoscere nel disincanto di una battuta quel ciò che più di ogni cosa può sfiorare alti cieli: il valore delle persone.
 
 
Nelle foto, dall'alto in basso: sull'Everest a quota 8.848 metri; l'Everest da lontano; Silvio Mondinelli e gli altri alpinisti brindano alla salita nel tendone al campo 3 (foto Kobler-Partner).
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