Tra l'essere e il niente
di Dru

"Il mondo della matematica, il mondo non della religione (idee), il mondo la religione (idee), il mondo non la matematica"


Chi avrebbe mai potuto dire una cosa del genere ancora 2.500 anni fa anche se propriamente non l’ha detta?
Platone naturalmente, forse il più grande filosofo che umanità abbia evocato: si narra che i suoi allievi non potessero frequentare le sue lezioni se prima non avevano studiato almeno per 10 anni la matematica.
 
Ora, lasciando perdere, ma nemmeno troppo, questa aurea mitica dell’aspetto di Platone, concentriamoci sul messaggio che Platone ha lasciato, messaggio che non solo è rivoluzionario per il suo tempo, messaggio che ha formato il mondo in cui siamo.
 
Cosa intendeva dire Platone con questa che all’apparenza e all’evidenza oggi ci sembra frase di una banalità quasi irriverente.
Intendeva proprio quello che le parole scritte dicono
 
“il mondo”
Cioè, e la terra, e i fiumi, e le acque, e i ruscelli, e gli uccelli, e le foglie, e gli animali, e gli uomini, e tutte le sue parti, che la terra e infine il mondo contiene, sono al dunque, e  numerabili, e contabili, e catalogabili, e divisibili, e moltiplicabili, e  frazionabili, e sottraibili.
 
“è della”
Cioè, appartiene, viene gestito, è sondato, viene manipolato, consente la vita anche sociale di ognuno di noi, è dominato dalla…
 
“matematica”
Che concerne il sapere, la scienza, il misurare con la mente.
 
E cosa misura la mente (idee) o ciò che è permanente, ciò che sta, se non ciò che è il mondo là fuori, la physis o natura, ciò che diviene?
 
Allora per forza (=valore) il Platone supposto poi ha dovuto dire che il mondo è la religione (idee) e non la matematica.
 
Le idee misurano la natura e lo fanno attraverso la matematica: la relazione tra le idee  e il mondo.
 
Nel Sofista Platone ci racconta che vi sono e gli amici della Terra e gli amici delle Idee.
In Platone questa è una fissa e ne La Repubblica scriverà che le cose , tutte le cose, oscillano tra l’essere (=idee) e il niente (ciò che per Parmenide appunto era la natura o il divenire).
 
130508_Platone_e_Aristotele_1.jpg