Incertezza che ha consigliato di anticipare alle ore 15 il concerto e di svolgerlo dal belvedere della chiesa di S. Faustino, anziché da quello del santuario della Madonna della Rocca.
 

Gli oltre trenta elementi della banda, diretti dal maestro Pietro Leali, hanno suonato su una suggestiva altura, posta alle spalle della parrocchiale, mentre le note da loro eseguite raggiungevano le varie zone dell’abitato, grazie a potenti casse acustiche che permettevano ad un vasto pubblico di ascoltare le varie esecuzioni musicali.
 

La scelta della localizzazione non è stata casuale, poiché la chiesa di S. Faustino, ora di proprietà del Comune, è posta in uno dei luoghi più emblematici di Vobarno.

Tutto questo si spiega con il profondo legame che il corpo bandistico ha con la  propria comunità.

 

Nel sodalizio, presieduto da Vinicio Roscia, suonano infatti affiancate diverse generazioni di  musicisti: il decano, Lino Zabbeni ha compiuto ottant’anni, mentre la più giovane, Manni Rebecca, ne ha solo quattordici.

Inoltre, numerosi gruppi famigliari (dai Manassi ai Salvi, fagli Zabbeni ai Franzi) vantano nella banda la presenza di più di un componente.
 

Il concerto si è aperto con l’esecuzione due brani appartenenti alla tradizione musicale del corpo bandistico: il primo, l’inno religioso «La rocca terribile», arrangiato per banda dal maestro Pietro Monchieri, già direttore del sodalizio, celebra la trasformazione dell’antica rocca di Vobarno («terribile» perché strumento di offesa) in santuario religioso, luogo di pace.

Il secondo brano, Labarum march, è stato scritto dal maestro Pietro Leali, nel 2012, in occasione dell’inaugurazione del nuovo labaro sociale.

 

Sono stati poi suonati pezzi sia di carattere religioso sia legati alla tradizione lirica verdiana.