Una maglia blu con il numero 13, come cinquant’anni fa. Domenica mattina Fabio Fossati è salito sulla macchina del tempo ritrovando quella casacca che aveva lasciato all’oratorio di Lissone, quando era un ragazzino che sognava di diventare un campione.

 

Il Csi Brescia gliel’ha restituita, nominandolo ambasciatore dello sport arancioblù. Si è chiuso il cerchio, ma è solo l’inizio di un nuovo percorso finalizzato a riaccendere la passione per il basket negli oratori bresciani.

 

Il coach – visibilmente commosso – ha ricordato l’importanza del canestro di Lissone per il suo cammino sportivo ma non solo: “A quei tempi l’oratorio era un distaccamento della famiglia. Ero la stella della squadra, ma fui costretto a saltare la gara decisiva del campionato allievi per punizione. Fu una ferita profonda per un ragazzino che viveva di basket. Il mio allenatore perse una finale, ma vinse una sfida educativa più importante. Da oggi mi metto al servizio del Csi. Abbiamo gli stessi valori”.

 

Fossati si è poi soffermato sul significato dello slogan dell’anno: “Giocare per credere? Ci aggiungerei un pezzo: giocare per credere e per sognare. Oggi i giovani non sognano più. Io non ho ancora smesso”.