Nei guai tre fratelli di Preseglie
di Redazione

E' successo giovedě scorso. I tre sono stati denunciati per bracconaggio, resistenza a pubblico ufficiale e per irregolaritŕ nella detenzione di armi. sequestrati oltre 350 uccelli morti, due scoiattoli e 10 fucili


Nell’ambito di una attività di controllo del territorio condotta congiuntamente tra i comandi di stazione della Forestale di Gavardo e Vobarno, in collaborazione con le guardie eco zoofile dell’associazione Anpana di Brescia, gli agenti della Forestale hanno sequestrato oltre 350 esemplari tra fauna ed avifauna morta pronta all’immissione sul mercato clandestino.
 
L’attività di bracconaggio di specie protette, è una delle piaghe che affligge non solo il bresciano ma tutto il territorio nazionale, come emerge dai dati in possesso del Nucleo Antibracconaggio della Forestale.
L’attività svolta ha permesso agli uomini della Forestale di individuare un bracconiere mentre si portava su due “tese” che aveva posto in una zona boschiva nel comune di Preseglie.
 
Il bracconiere, di 39 anni, vistosi scoperto dai Forestali, opponeva loro una forte resistenza tentando la fuga.
Gli agenti però, dopo un lungo inseguimento, sono riusciti a fermarlo presso la sua abitazione e a questo punto, sentito il Pubblico Ministero dott.ssa Dolce, procedevano a perquisire gli immobili di pertinenza del soggetto, trovandosi di fronte alla resistenza anche della sorella 37enne di quest’ultimo.
 
In questi immobili venivano rinvenuti un notevole numero di munizioni e di armi indebitamente detenute, di cui una illecitamente modificata, varie trappole e reti nonché un gran numero di esemplari di avifauna protetta morta, proventi dell’attività illecita di bracconaggio.
L’arma modificata risultava intestata ad un altro fratello del bracconiere, un uomo di 46 anni.
Per finire gli agenti venivano raggiunti telefonicamente da un uomo che ha dichiarato di essere uno zio dei tre e che ha preso ad apostrofarli in modo ingiurioso.
   
Sono perciò state denunciate le tre persone per i reati di:
· Bracconaggio per aver esercitato l’uccellagione con l’ausilio di reti e Sep, con cattura e detenzione di avifauna protetta dalla Convenzione Internazionale di Berna;
· Resistenza a Pubblico Ufficiale e interruzione di pubblico servizio;
· Omessa denuncia di armi e munizioni;
· Alterazione di arma e per omessa custodia di armi e munizioni.
 
I denunciati rischiano pene fino a cinque di reclusione, nonché la confisca delle armi illecitamente detenute e della cacciagione rinvenuta.
La posizione del sedicente zio è in corso di valutazione da parte della Magistratura.
Sono attualmente in corso le indagini della Forestale volte a scoprire le rotte commerciali che permettono l’immissione sul mercato di avifauna protetta proveniente dall’attività di bracconaggio, per ricostruire esattamente la dinamica dei fatti.
 
 
Fonte: comunicato stampa
 
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