Dalla Turchia all'Italia sul «barcone» costa 3.000$
di Nadeem Hussain

Nadeem Hussain si racconta: ha lasciato il Pakistan in cerca della «sua» strada ed è arrivato dopo mesi sulle coste pugliesi. Da 4 anni è in attesa della cittadinanza italiana


Sono partito all'età di 17anni dalla mia casa in Pakistan, a Faisal-Abad nella regione del Punjab, ed ho deciso di lasciare il mio paese per andare alla ricerca di una mia autonomia.
Ma non avevo un'idea precisa di dove andare e di cosa voler effettivamente fare.
Per prima tappa mi dirigo come turista, con regolare visto di ingresso, in Turchia. Resto per tre mesi a Istanbul, poi decido di ripartire, perché avevo bisogno di lavorare.
 
Casualmente incontro alcuni connazionali in attesa dell’occasione per entrare in Italia da clandestini.
Decido di spostarmi con loro e abbiamo contattato un pakistano che era in collegamento con dei «passatori» turchi.
L'occasione si presenta subito senza difficoltà.
A Istanbul, negli anni ’90, esisteva una zona piena di alberghetti dove si raccolgono migranti che vogliono andare in Grecia, Italia o Bulgaria.
 
Ho pagato 3.000 dollari, guadagnati con lavori saltuari prima di partire con un barcone da Antalia.
Era la notte del 2aprile 1996.
Una barchetta, con dieci di noi a bordo, ci ha portati al largo per farci salire su una nave più grande dove c’erano almeno un centinaio di persone.
 
Durante la traversata continuavo a vomitare per il mal di mare.
Quando ci stavamo avvicinando alle coste italiane, la nave si è fermata e i marinai ci hanno avvisato che eravamo in attesa di piccole barche di pescatori albanesi o italiani che ci avrebbero portato in Italia.
Siccome non arrivava nessuno, abbiamo navigato in tondo per circa 9 giorni. Abbiamo finito le scorte di acqua e di cibo ed abbiamo preso in ostaggio il capitano, costringendolo a portarci al confine con l'Italia.
 
Ci hanno scaricati il 12 aprile alle 7,30 presso le coste di Tricase nel leccese, accostando il più possibile.
La manovra vista da terra ha allertato la Guardia di finanza che ha arrestato il comandante, mentre noi siamo stati trattenuti due giorni.
Poi, eravamo liberi.
Seguendo alcuni connazionali che avevano parenti a Milano sono arrivato nella città lombarda, dove ho cercato invano di trovare un lavoro, anche se ero clandestino.
Per cui sono tornato al sud, vicino a Napoli, dove ho iniziato a raccogliere pomodori per 30mila lire al giorno.
 
Alla fine del 1998 torno al Nord e, grazie alla sanatoria della legge Turco-Napolitano, riesco finalmente ad avere un permesso di soggiorno. Inizia da qui la mia vera autonomia.
Trovo lavoro a Brescia come manovale, poi frequento la scuola media serale e mi specializzo come muratore alla scuola edile.
Dopo sei anni di lavoro dipendente, decido di mettermi in proprio aprendo una società nel settore dell'alimentazione con i miei fratelli.
Nel 2004 decido di dare più tempo a me stesso e, dopo un corso per la somministrazione di cibi e bevande, apro il mio primo Kekab a Gavardo.
 
In seguito, insieme ad altri 2 miei fratelli minori ne aprirò uno a Castenedolo e uno a Rivoltella del Garda.
Attualmente gestisco il Kebab di Rivoltella. Questo lavoro mi ha dato la possibilità di conoscere molte persone tra cui molti cittadini italiani che da clienti sono diventati dei veri amici.
Comincio a far parte di associazioni locali di promozione sociale come Remedius , che poi
prenderà il nome «Sopra la panca dell'accoglienza». Nel 2010 inizio il mio servizio di volontariato al comune di Gavardo, dove svolgo consulenza agli immigrati per il rinnovo del permesso di soggiorno.
 
Dal 2011 inizio a costruire il «Comitato Cittadini Insieme» della Valsabbia, formato da varie Associazioni, Enti Pubblici e comunità straniere ed italiane, con l'obiettivo di far crescere una cittadinanza di prossimità in cui ogni cittadino si senta parte integrante della comunità al di là delle origini, della lingua e della religione.
 
Penso di aver trovato la mia patria desiderata in Italia, sperando che le politiche sull'immigrazione cambino in meglio.
Sto aspettando da 4 anni e 2 mesi il decreto per l'acquisizione della cittadinanza italiana e spero proprio che mi venga finalmente riconosciuta.
 
Nadeem Hussain
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