A spasso con la Pras Band
di Marisa Viviani

Seguendo la Pras Band in trasferta siamo arrivati a Riva del Garda, o meglio a Varone, che di Riva č frazione, dove la prima domenica di Quaresima si svolge la festa della Polenta e Mortadella, di antichissime origini, risalenti al sec. XV.

Gestita da un Comitato (1), questa festa si caratterizza per la distribuzione di un piatto di polenta e mortadella, che per statuto deve essere gratuita e non ricompensata nemmeno da un'offerta libera di chi la riceve. Il piatto dispensato è quanto mai popolare, polenta appunto e mortadella, che per i rivani è una salsiccia di puro suino, speziata , servita bollita, e di ininterrotta tradizione, tant'è che durante il secondo conflitto mondiale quando le manifestazioni pubbliche erano proibite, alcune famiglie si accordarono per preparare insieme una piccola polenta al fine di salvaguardare l'usanza; e oggi infatti, pur non essendo motivata da necessità economiche, la distribuzione gratuita di questo cibo sembra rappresentare un rito propiziatorio per la comunità che elargisce e riceve solidarietà stringendosi attorno ai simboli della propria tradizione e identità.
La prima testimonianza certa di una distribuzione di generi alimentari alla popolazione risale al 1463; una disposizione testamentaria di Ser Gabriel de Pitiliani da Siena, sepolto nel cimitero di Riva, lasciava i suoi averi all'altare di San Giacono della Chiesa del Pernone di Varone e conferiva lo Jus Patronatus al Comune di Riva; tale legato disponeva tra gli altri obblighi, nel giorno dell'Annunciata, la dispensa ai fedeli intervenuti alla processione di una soma di pane di formento, una brenta di vino e un minale di fave cotte; abitudine che viene confermata da altro documento del 25 marzo 1550, che attesta la distribuzione prescritta, ancora testimoniata nella visita pastorale del 1708 dalle dichiarazioni del parroco don Bertoldi, e in atti visitali del 1750; a tale dispensa pubblica di cibarie potrebbe dunque presumibilmente far risalire l'origine della festa attuale.
Tra la metà dei secoli XVIII e XIX la coltivazione del mais (il formentàz, o zaldo, già presente in Trentino dalla seconda metà del XVII sec.) si diffonde capillarmente nelle coltivazioni di questa zona divenendo un elemento basilare dell'alimentazione della popolazione; a seguito dell'incoltivabilità dei campi coperti dalla ghiaia che il torrente Varone aveva allagato con le alluvioni del 1783 e 1827, nel 1829 il legato del 1463 viene estinto e i beni trasferiti a favore della curazia di Varone per consentire aiuti alla popolazione stremata dalle privazioni; la dispensa di cibarie viene così a cessare come obbligo di tipo religioso, ma continua sotto forma di festa popolare, che dopo varie trasformazioni assume le caratteristiche odierne. La prima testimonianza della sagra di cui si ha notizia è in un manifesto del 1877 in cui si annuncia “ .. la distribuzione per deboli di fritole e pei robusti di mortadelle.”; a partire da questa data numerosi documenti attestano la presenza della festa che avrà come elemento centrale la dispensa di polenta e mortadella, a cui si aggiungeranno via via l'elemento musicale costituito dalla banda, divertimenti vari come il ballo, i giochi fieristici, le bancarelle; una tesi di laurea, discussa presso la Facoltà di Sociologia dell'Università degli Studi di Trento, illustra i vari passaggi di questa evoluzione fino ai giorni nostri (4).
L'assessore alla QualitĂ  Urbana e Associazioni del Territorio, Marco Vivaldelli, protetto da un largo grembiule che riporta il logo del Comitato, lavora spalla a spalla con gli altri volontari impegnati nell'organizzazione, e tra un servizio e l'altro trova il tempo di mostrarci la sede del Comitato e fornirci preziose informazioni su questa festa che aderisce anche all'Associazione Culturale Polentari d'Italia (2), che riunisce una ventina di sagre tradizionali in tutta Italia e organizza ogni due anni una manifestazione nazionale che si svolge a turno in ciascun luogo aderente con la partecipazione di tutti gli altri associati (3). La festa della Polenta e Mortadella propone un programma giornaliero che prevede al mattino una manifestazione sportiva amatoriale e un punto ristoro, e nel pomeriggio bancarelle e stands, la sfilata della banda ospite, i concerti di musica, e ovviamente la distribuzione della polenta dalle ore 14 fino ad esaurimento scorte, che richiamano un vasto pubblico che pazientemente si mette in coda per ritirare l'ambito piatto e poi si assiepa per ascoltare la musica.
E a proposito della Pras Band al cui seguito ci siamo uniti, scopriamo che è alla sua quinta partecipazione a questa festa, a cui il maestro Stefano Bordiga tiene molto per lo stretto contatto con gli spettatori che assistono numerosi al concerto, e certo è sempre bene accolto per la simpatia che sa infondere e l'entusiasmo per la musica che trasmette. Anche quest'anno infatti, nonostante la febbre che comunque non riesce a piegarlo, coperto il capo, dove la capigliatura si nota per la sua assenza, da una lunga parrucca che lo protegge da maggiori danni causati dal freddo, il maestro Bordiga non si risparmia nella esecuzione di brani per accontentare i gusti del variegato pubblico, e così la banda (tanti i giovani che suonano oggi) si cimenta in generi diversi che vanno dagli immancabili Nomadi, alla marcia di Radesky, al jazz, agli inni del Trentino, d'Europa e, in chiusura, d'Italia. E poi, ormai infreddoliti da quasi tre ore di musica all'aperto, i musicisti si meritano uno spuntino per scaldarsi e reintegrare le forze a base di... Polenta e Mortadella, che fanno da tardiva merenda o cena anticipata, in ogni caso da gradito pasto dopo tanto impegno. Al ritorno a Praso dove la maggior parte dei bandisti risiede, o nei paesi limitrofi, o a Fontanella (BG) e Pietra Murata (TN) da cui provenivano alcuni suonatori ospiti della Pras Band, si sa che qualcuno si è infilato subito nel letto perché l'influenza combattuta ma non vinta aveva ripreso a dar battaglia, attaccando il comandante in campo, ma anche i soldati e gli ufficiali: quando un'intera famiglia suona nella banda e il direttore stesso soccombe al microbo guastafeste, può succedere che anche la truppa ne subisca la sorte. Buona guarigione dunque, e alla prossima uscita: quando si va a spasso con la Pras Band c'è sempre qualcosa da conoscere, prima fra tutti la varia umanità che popola questo multiforme Paese.
 

(1) polentamortadella.varone@hotmail.it

(2) www.polentari.it

(3) Nel 2014 la manifestazione si terrĂ  nelle Marche

(4) Paolo Leoni, La Sagra di Polenta e Mortadella, Associazione Riccardo Pinter – I quaderni n°5, Riva del Garda 2004

Nelle foto di Luciano Saia la sagra e la Pras Band

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