Rapina a Villanuova
di Ubaldo Vallini

Drammatico racconto quello di Gianfranco Forioli e della moglie Stefanina, i coniugi di 69 e 74 anni che venerdì sera sono stati aggrediti e derubati da due rapinatori

 
«Se non avessimo avuto in casa quel denaro non so proprio come sarebbe andata a finire».
Gianfranco Forioli, imprenditore 69enne di Villanuova, è ancora scosso per quello che gli è successo la sera prima mentre se ne stava tranquillo in casa con la moglie all'ora di cena.
 
L'abbiamo incontrato ieri a mezzogiorno che era appena tornato dall'ospedale dove si era recato per delle radiografie alla testa: i medici volevano escludere l'eventuale presenza di pericolose microfratture: «Vede qui? - ci indica chinando il capo in parte rasato -, mi hanno dato due randellate che poi mi hanno dovuto sistemare con dei punti di sutura al Pronto soccorso».
 
Gli chiediamo cosa è successo e lui non si fa pregare, ce lo racconta:
«Erano le 20 e 30, io e mia moglie ci eravamo appena seduti a tavola per la cena. Come al solito avevo lasciato la Tv accesa nell'altra stanza col volume piuttosto alto, per poter ascoltare il telegiornale.
Così non ci siamo accorti di nulla, fino a quando quei due non sono apparsi sulla porta, vestiti di nero, incappucciati con qualche cosa che poteva essere la manica di un maglione, con le fessure solo per gli occhi.
Quello che stava davanti aveva una pistola nella mano sinistra e un randello in quella destra: avrebbe potuto essere anche un tubo di ferro, non se bene, ricordo che era nero con un riga gialla. L'altro in mano non aveva nulla. Subito ci hanno chiesto di consegnare i soldi. In un primo momento ho pensato potesse essere uno scherzo, ma non capivo da dove quei due potessero essere arrivati, così, all'improvviso. Ad ogni modo, d'istinto, mi sono alzato dal tavolo ed ho afferrato quella specie di tubo. L'uomo però si è divincolato e mi ha colpito due volte sulla testa e ho capito a quel modo che stavano facendo sul serio».
 
E' la moglie Stefanina Danesi, 74enne originaria di Dello, ad interromperlo: «Erano due giovani alti. Mio marito a quel punto ha tirato fuori il portafogli e ha consegnato loro il contenuto: 700 euro, più mille dollari, più alcune banconote brasiliane e argentine che gli erano rimaste da un recente viaggio. Ma quelli non ne avevano abbastanza: ci hanno spintonato fino in camera hanno buttato mio marito sul letto, gli hanno legato le mani dietro la schiena e poi i piedi, con delle fascette nere lunghe di plastica. Perdeva il sangue a fiotti dalla testa e loro continuavano a chiedere della cassaforte, spostavano tutti i quadri per cercarla, ma noi la cassaforte proprio non ce l'abbiamo. E uno mi diceva: ti ammazzo il cane e poi il marito se non mi dici dov'è».
 
Nina, così la chiama il suo Gianfranco, dice di non aver avuto paura neppure per un attimo: «Tesoro mio gli ho detto, non so perché mi vengono sempre questi slanci sdolcinati, vieni con me che ti do tutto quello che abbiamo, poi però lasciateci in pace».
 
Uno dei due l'ha seguita fin dentro lo studio del marito e lei gli ha indicato la borsa nella quale in un pacchetto erano nascosti quasi 5mila euro.
«Sono tutti vostri, non abbiamo altro».
«Devo dire che da quel momento in poi mi hanno trattata bene. Mi hanno fatta sdraiare sul letto e prima di legarmi le mani dietro la schiena mi ha perfino tolto gli occhiali perché non mi facessi male».
 
I due hanno però continuato a minacciare: «Ora scendiamo di sotto e vediamo dove tenete la cassaforte».
Però a quanto pare se ne sono andati via subito.
 
Gianfranco ci ha messo una buona mezz'ora prima di riuscire a liberarsi almeno i piedi.
E' uscito sul terrazzo e ha chiesto aiuto, ma nessuno lo sentiva.
«Allora sono sceso in strada e non potendolo fare con le dita ho suonato ai campanelli dei vicini col naso. Sono venuti fuori e ci hanno liberati. Poi sono arrivati i Carabinieri».
 
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