Lascia Freddi
di val.

L'imprenditore valsabbino da anni in prima linea nella gestione dei servizi sovraccomunali, si dimette dalla presidenza di Gal e di Secoval. Lo fa all'indomani della lettera con la quale il sindaco salodiano Barbara Botti chiede spiegazioni di fondi assegnati dal Gal alla Cm di Valle Sabbia


«Da una parte la negligenza e gli interessi di parte di alcuni, dall'altra l'azione fin troppo incisiva, ma solitaria, di altri. Mio malgrado mi ci sono trovato in mezzo e anche se non ho nulla da rimproverarmi alla fine sono venuti meno i presupposti perché potessi continuare con serenità il mio lavoro. Sono certo che si potrà andare avanti anche senza di me».
 
A gettare la classica spugna è stato ieri Dante Freddi.
L'imprenditore, uomo di fiducia del centrodestra valsabbino, in un colpo solo ha tolto il disturbo dimettendosi dalla presidenza del Gal  GardaValsabbia assunta lo scorso anno e da quella di Secoval srl, l'azienda pubblica di servizi della Valle Sabbia che lo impegnava dal 2004.
 
Si tratta della prima conseguenza di una vicenda che coinvolge le Comunità montane dell'Alto Garda bresciano e della Valle Sabbia.
Circa un anno fa i due enti sovraccomunali hanno vinto un bando del Gal che impegnava 300mila euro nella valorizzazione del territorio attraverso il "turismo rurale".
 
Un accordo di programma aveva assegnato il ruolo di capofila ai valsabbini, che avrebbero dovuto rendere conto delle procedure adottate nel tradurre in realtà i progetti.
Qualche cosa non ha funzionato e l'iter è arrivato all'assegnazione dei fondi alle aziende interessate senza che mai venisse coinvolta la mai costituita "Assemblea del Partenariato".
 
Il bubbone è scoppiato la scorsa settimana con una lettera del sindaco salodiano Barbara Botti che, nella sostanza (come abbiamo riportato nei giorni scorsi), ha chiesto conto alla Comunità montana della Valle Sabbia di come sono stati impegnati quei soldi e a chi sono finiti.
 
Il colpo di scena delle dimissioni di Freddi potrebbe non essere l'ultimo.

 
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