Poesia del ritorno
di Ubaldo Vallini

Poesia e disegni insieme, ma anche il tema del ritorno, alla presentazione del libro "Pas en Amur" e relativa mostra che domenica scorsa ha impegnato lo Studio d'arte di Mario Zanetti a Bagolino

 

A ritornare per l'occasione nella sua Bagolino nei giorni del Carnevale è stato il maestro Antonio Stagnoli, che quelle maschere ha tanto osservato e dipinto.
E' tornato da Torino il poeta Innocente Foglio che mancava dal suo Carnevale da quasi quarant'anni, da quando da disabile viveva ancora a Bagolino e «mi posavano da qualche parte e vedevo passare la festa» per dirla con le sue parole, pronunciate nella calca dei presenti che non hanno voluto mancare l'evento.
 
E' tornato dall'America Pierangelo Beltrami, campione paralimpico che per l'occasione ha offerto la sua sensibilità per fare da collante fra gli interventi.
Ha parlato Gianluigi Pelizzari tornando sull'interpretazione del gesto carnevalesco bagosso tanto insolito quanto equivocato, toccare i genitali: «Richiamo alla fertilità? All'eros? Forse - ha detto -. Credo però stia a significare più che altro la vicinanza e la fiducia che alberga fra persone che appartengono ad una stessa comunità. Chi la ritrova nei suoi simili può star tranquillo che quello che verrà sarà un anno felice».
 
Fra gli altri c'erano il maestro del ferro Luciano Zanoni, il capo dei balarì Gianantonio Fusi, Gianangelo Fenoli arrivato dalla Francia per riscoprire il paese che gli ha dato i natali.
Ad intrattenere gli ospiti ci ha pensato anche il poeta Foglio, leggendo alcune delle sue poesie: La matita del Carnevale, La finestra, Il ballerino che non ballava più, Coriandoli, Pas en Amur...
 
Pescando fra i ricordi dell'anima, come solo il poeta sa fare, Foglio ha ripercorso le sensazioni provate per quella straordinaria tradizione che era, è e sarà chissà fino a quando, il Carnevale di Bagolino: «Non avevo le gambe e la poesia mi faceva correre» ha detto, nel rendere omaggio con i suoi versi anche e soprattutto all'artista che è l'anima di Bagolino: Antonio Stagnoli.
 
Commosso, grazie ai gesti e alla mimica facciale di Emanuela che gli ha prestato le orecchie, il pittore ultraottantenne non si è perso una parola e ha voluto ringraziare personalmente i presenti.
 
«Ho sentito e letto tanto della sofferenza del tuo vivere e che anche le tue opere farebbero vedere» gli ha scritto Gianluigi Pelizzari nel volumetto di poesie e disegni "Pas en Amur" curato da Mario Zanetti, impreziosito anche da un testo critico di Franco Loi.
«Io non ci ho mai creduto - ha aggiunto Pelizzari, che evidentemente Stagnoli lo conosce bene -. Le tue immagini non esprimono dolore, nella tua anima non c'è sofferenza. La tua umanità fa fatica, è piegata e segnata, ma guarda sempre avanti, dritta negli occhi di chi gli sta di fronte. Non chiede aiuto, ma di essere accompagnata nel cammino del vivere».
 
E basta vederlo una sola volta sorridere, Antonio Stagnoli, per essere d'accordo con lui.
 
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