La Biblioteca di Babele della politica
di Ziggy

Ho letto da poco un racconto dello scrittore argentino Jorge Luis Borges, uno tra gli intellettuali che più hanno influito sulla cultura del dopoguerra


Il racconto, che fa parte dell'opera "Finzioni", forse il capolavoro di Borges, si intitola "La Biblioteca di Babele".
Parla di una biblioteca, di forma esagonale, che presenta alcune peculiari caratteristiche: innanzitutto è infinita e immutabile; anzi è immutabile proprio perché è infinita.
Per spiegarmi, cito testualmente dal racconto: "... al loro furore igienico, ascetico, si deve la distruzione di milioni di libri. ... ma chi si dispera per i tesori che la frenesia di coloro distrusse, trascura due fatti evidenti. Primo: la Biblioteca è così enorme che ogni riduzione di origine umana risulta infinitesima.
Secondo: ogni esemplare è unico, insostituibile, ma... restano sempre centinaia di migliaia di facsimili imperfetti, cioè di opere che non differiscono che per una lettera o per una virgola".

Un'altra caratteristica della Biblioteca è che il numero infinito di libri contiene una combinazione di 25 simboli, ossia le 22 lettere dell'alfabeto, il punto, la virgola e lo spazio, che pare essere casuale e indecifrabile; in alcuni libri questo caos è solo minimamente mitigato da qualche frase di senso compiuto.
La teoria dei pensatori che si sono succeduti esplorando la Biblioteca, arriva a dire che tutti i libri contengono tutte le possibili e infinite combinazioni dei 25 simboli, che evidentemente in alcuni libri possono dare combinazioni casuali che siano comprensibili.

All'interno della Biblioteca vi sono i Custodi, che ne hanno in gestione una porzione limitata, nascono, vivono e muoiono nella Biblioteca.
Alla loro morte i Custodi sono gettati in uno dei pozzi di ventilazione della Biblioteca, poiché la "sepoltura sarà l'aria insondabile; il... corpo affonderà lungamente e si corromperà e dissolverà nel vento generato dalla caduta, che è infinita".

Ora, leggendo il racconto mi è sorto un pensiero folle, che propongo al Lettore:
La Biblioteca di Babele, può essere vista come la perfetta metafora della politica italiana?

L'insensatezza, l'infinità e l'immutabilità della Biblioteca, la sua apparente inutilità, il suo essere tetragona a qualsiasi tentativo di cambiamento, anche distruttivo, la presenza al suo interno di infiniti cloni egualmente insensati rispetto agli originali.
Caratteristiche queste, che tristemente ritrovo nella nostra politica.
Quando un nuovo soggetto entra nel contesto politico, mi pare che esso acquisisca immediatamente le caratteristiche che già contraddistinguono gli altri, le caratteristiche surreali della Biblioteca di Babele.

All'interno di questo monolite politico, o appena al di fuori di esso, ci aggiriamo noi, impotenti custodi di una realtà inspiegabile e immutabile che "perdurerà: illuminata, solitaria, infinita, perfettamente immobile, armata di volumi preziosi, inutile, incorruttibile, segreta".
 
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