Uno stop dal Tar alla preapertura della caccia
Stop del Tar all’anticipazione dell’apertura della stagione della caccia stabilita a luglio da una delibera della Giunta provinciale.

Stop del Tar all’anticipazione dell’apertura della stagione della caccia stabilita a luglio da una delibera della Giunta provinciale. Con un decreto urgente ieri il presidente Roberto Scognamiglio ha accolto il ricorso della Lac (Lega abolizione della caccia) che denunciava i gravi danni arrecati dal provvedimento del Broletto alla fauna del territorio.

I 29 MILA CACCIATORI bresciani potranno staccare la doppietta dal chiodo solo il 16 settembre, capannisti compresi. La decisone adottata dalla Giunta prevedeva, forte di un parere del direttore dell’Istituto nazionale per la fauna selvatica del maggio scorso (pure impugnato davanti al giudice amministrativo), la modifica del calendario venatorio e la possibilità di anticipare ai primi di settembre la caccia in pianura e da appostamento fisso per cornacchie grigie, nere, merlo e tortora comune.

L’ANTICIPAZIONE celebrata domenica 2 settembre (con l’unica limitazione di non poter utilizzare i richiami vivi a causa dei focolai di aviaria), inaugurata per la prima volta dopo l’entrata in vigore della legge sulla regolamentazione venatoria, riceve, quindi, uno stop urgente dal Tar che si riserva di entrare nel merito del contenzioso all’udienza fissata per il 27 settembre. Sarà in quella sede che il collegio al completo illustrerà le motivazioni nel dettaglio verificando la bontà del ricorso della Lac.

Per ora, comunque, la caccia è sospesa anche per i 9 mila capannisti che dovranno attendere ancora due settimane per esercitare una delle attività più tradizionali ma anche più controverse del territorio.

Con il ricorso presentato dalla Lac, rappresentata dall’avvocato Claudio Linzola, gli ambientalisti denunciano il contrasto del provvedimento del Broletto con le direttive dell’Unione europea che in questo periodo sta realizzando una campagna d’intevento proprio per la tutela della tortora comune: una specie in forte calo.

MA ANCHE per quanto riguarda le altre varietà di uccelli compresi nel provvedimento provinciale non verrebbe rispettata la normativa comunitaria. Durante le prime settimane di settembre, infatti, i piccoli di merlo e cornacchia dipendono ancora dai genitori che provvedono al nutrimento di pulcini incapaci di volare e quindi di garantire la propria sopravvivenza. Ammettere la caccia in tale periodo - secondo gli estensori del ricorso - significherebbe minare il ripopolamento della specie.

MOTIVI ACCOLTI dal Tar che ha deciso non potere attendere il 27 per intervenire sul ricorso, adottando tramite decreto urgente e firmato dal presidente, la sospensione della novità stabilita dalla Provincia.

Anche sul territorio bresciano il calendario venatorio riprende come per il resto della Lombardia a metà del mese quando i cacciatori bresciani potranno sparare nei giorni e nelle ore stabilite dal provvedimento regionale recepito nel calendario venatorio dalla Provincia.

Federica Tappetti
Da bresciaoggi
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