Allarme cormorani
di Ubaldo Vallini

Il formidabile uccello predatore, originario del Nord Europa, da qualche anno sverna anche sul lago d'Idro e lungo il Chiese, facendo strage di pesci

 
L'Europa se ne sta occupando da più di dieci anni e da qualche tempo sembra diventato un problema anche molto italiano.
Stiamo parlando dei cormorani che fino ad alcuni anni fa dimoravano quasi esclusivamente a Comacchio, Oristano e Orbetello, mentre ora stanno diventando presenze ingombranti per l'intero arco Alpino.
A lanciare l'allarme sono i pescatori, noi abbiamo sentito quelli del lago d'Idro.
 
I cormorani non sarebbero nemmeno tanti, se non fossero formidabili quanto ad abilità predatorie ed appetito: «Ognuno di questi uccelli mangia 450 grammi di pesce al giorno.
Da noi lo fa per circa sei mesi, da ottobre a marzo, poi torna alle pescose acque del Nord Europa» ci dice Fabrizio Oliva, valsabbino e coordinatore lombardo dell'Unione nazionale pescatori a mosca oltre che membro della Consulta della Pesca in seno alla Provincia.
 
«Calcolando che sul lago d'Idro con l'ultimo censimento ne sono stati contati una sessantina, ci vuol poco a fare i conti» aggiunge.
Li facciamo noi e risultano quasi 50 quintali di pesce. Un danno notevolissimo, specie considerando che si tratta di fauna ittica che già subisce gli oltraggi della pesca da parte degli uomini, l'inquinamento, i livello ballerini del lago che certo non ne agevolano la riproduzione, i flussi mai costanti dei fiumi.
 
«Per non parlare delle centinaia di migliaia di euro che la Provincia spende per il ripopolamento dei nostri fiumi - rincara la dose Oliva -. Io penso che i cormorani siano da considerare animali alloctoni nocivi, ne più ne meno delle nutrie che spadroneggiano nella Bassa: gli abbattimenti selettivi operati dal nucleo ittico venatorio della Provincia recano loro un disturbo minimo mentre in Francia e in Inghilterra questi uccelli li prendono a schioppettate per davvero. Noi no, perché?».
 
Sul lago d'Idro molti esemplari di cormorano sono osservabili sugli alberi più alti fra strada provinciale e il lago all'altezza della Rocca d'Anfo, ma quella è solo l'area definita "posatoio".
Questi uccelli, infatti, amano cacciare risalendo il Chiese a volte fino a Cimego, dove la trota del lago d'Idro sale per riprodursi.
E l'impatto, proprio mentre i pesci sono impegnati nella frega e sono dunque più indifesi è devastante.
 
Chi per passione quasi ogni giorno osserva la presenza di pesce nel fiume di casa, racconta di una gran quantità di pesce presente a ottobre che con lo scorrere delle settimane e le scorribande dei cormorani è oggi quasi scomparsa del tutto.
Rimangono pochi esemplari, i più grossi che meglio sanno difendersi dal predatore con le ali.
 
Fino a un certo punto però: il cormorano infatti, oltre ad essere in grado di seguire i pesci sott'acqua immergendosi fino a 7/8 metri di profondità, prova ad attaccare anche quelli più in forma e spesso le ferite provocate dal suo becco risultano ugualmente mortali, come nell'esemplare della fotografia che ci è stata fornita da Alvise Manzoni, Guardia Pesca Volontario dell'Associazione Pescatori Dilettanti di Storo.
 
Un fenomeno che, sempre rimanendo alla Valle Sabbia, sta interessando anche il resto del fiume Chiese: gruppi di cormorani sono stati infatti avvistati anche a Sabbio Chiese e più giù fino a Prevalle.
 
 
In foto:
- cormorano "valsabbino" mentre dispiega le ali per asciugarle al vento
- trota vittima di ripetuti attacchi da parte dei cormorani
 
130130_Cormorano_valsabbino.jpg 130130_Cormorano_valsabbino.jpg