In ottomila a Ponte Caffaro
di Ubaldo Vallini

Invasione pacifica e massiccia a Ponte Caffaro da parte degli Alpini e dei loro simpatizzanti. L'occasione č stata la tre giorni di adunata sezionale della Monte Suello che raccoglie le Penne nere gardesane e valsabbine.

“Abbiamo invaso pacificamente le strade di Ponte Caffaro per rinvigorire legami d’amicizia, per ringraziare Dio del dono della vita, per manifestare l’orgoglio degli Alpini di essere non solo credenti, ma anche credibili, pacifisti e uomini veri perchè capaci di sviluppare la pace fra noi e Dio e fra noi e noi stessi”.

L’ultima parola dal palco in Piazza del Mercato l’ha voluta pronunciare don Diego, il cappellano, che ha poi officiato la messa al campo.
L’ha rivolta direttamente agli Alpini della Sezione Monte Suello impegnata nell’adunata annuale che ieri ha raggiunto l’apice con una chilometrica sfilata.
Sette/ottomila presenze, la stima, mettendo insieme quanti indossavano il cappello e quelli che li applaudivano.

Prima di don Diego avevano preso la parola il sindaco Marco Scalvini che ha ringraziato le Penne nere per la loro presenza sul territorio e certo non solo per le feste, il presidente della Provincia Alberto Cavalli che ha offerto agli Alpini di che spellarsi le mani in applausi quando ha affrontato l’argomento dei livelli del lago, il presidente della Monte Suello Fabio Pasini, quello nazionale Ana Corrado Perona che sta diventando un “abitué” in terra bresciana fra adunate sezionali e pellegrinaggio in Adamello.

Dichiarandosi “orgoglioso come alpino, con un po’ d’amarezza per non essere bresciano” ha in qualche modo indicato i motivi di questo suo attaccamento alla terra bresciana. “Credetemi – ha aggiunto Perona -, se vi dico che è raro trovare tanto entusiasmo, partecipazione, accoglienza, nel caso di un’Adunata sezionale al di fuori della provincia di Brescia. Merito certo di chi organizza le manifestazioni certo, ma anche e soprattutto grazie alla gente che non manca mai l’occasione per manifestare la sua vicinanza agli Alpini: con la presenza di intere famiglie, con il tricolore esposto su ogni balcone e su ogni albero, su ogni cosa, al nostro passaggio”.

Corrado Perona ha concluso il suo saluto ringraziando per la loro presenza i reduci, che per l’occasione hanno sfilato su vecchie campagnole militari, quanti “sono andati avanti”, e anche quei genitori che nell’occasione della sfilata hanno infilato in testa ai loro figli un cappello d’alpino: “Un gesto questo che ci da continuità e speranza – ha affermato -. Questi bambini forse da grandi non faranno mai l’alpino, ma non bisogna mettere limiti alla Provvidenza: chissà che dopo aver portato il nostro copricapo qualche cosa del nostro spirito alpini non gli rimanga in testa. Mi piace pensarla così e con genitori come quelli lo ritengo anche probabile”.

Fra le personalità presenti spiccavano le penne bianche di alcuni alti ufficiali in armi, le divise di carabinieri, poliziotti e finanzieri, Crocerossine e Protezione civile. Fra i tanti c’erano anche alcuni sindaci con la fascia tricolore ed i rappresentanti della Comunità montana.
L’anno prossimo toccherà a Villanuova sul Clisi.
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