Formiche
di Itu

Fermenti ai tempi elettorali: c'è chi corre dietro ai sassi della montagna e chi guarda a delle formiche che si svegliano ai segnali della prossima primavera.

 
Le ho viste stamattina, piccole sbiancate dal gelo e ubriache aggirarsi tra il lavello e nei dintorni del barattolo del miele: ieri come favola mi è arrivata la notizia dei primi avvistamenti su qualche dimenticata ripa delle primule, i gatti già da qualche giorno sono svogliati di pappa e si dondolano ebbri a cadere stracchi nel prato di notti affannose di nuovi odori.
 
Niente turba i passi del nuovo, nel cuore dell’inverno (abbiamo appena attraversato il tempo della merla) c’è già il germe che contamina l’imminente straordinaria stagione.
 
E’ vero, siamo in tempo per rigorose gelate e nevicate e febbri da carnevale ma se si ascolta quel sole birichino che si spalma nel fango e luccica a togliersi di dosso le nebbie si sente la promessa della primavera ventura.
Sarà per questo che i dolci del carnevale passano volentieri in padella con profumi di vaniglia e lievito e pieni di zucchero a ricoprirli, dolci veloci e croccanti di frittura in lardo e olio a sfrigolare nel tempo che già la testa si sposta altrove a guardare fuori nell’orto e nel giardino il fermento nuovo.
 
Ancora tutto è rigido di freddo, ma scoppia ogni tanto qualche tepore da poco che scombussola i piani e ci porta nel tempo delle formiche.
 
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