Rocca: 10 anni di attesa
di val.

I militari se ne sono andati del tutto dalla Rocca d'Anfo a metà degli anni Settanta del secolo scorso e da allora l'antica fortezza ha subito un lento, ma inesorabile degrado

 
Il primo deciso segnale di pericolo, il Monte Censo sul quale è appoggiata la Rocca d'Anfo, l'ha dato poco più di dieci anni fa, sputando a valle massi che hanno colpito anche delle auto, per fortuna senza conseguenze per le persone.
Anche allora una riunione in Prefettura aveva impegnato il Demanio ad effettuare decisivi interventi per la messa in sicurezza dell'area, mentre in Valle prendeva corpo l'idea di utilizzare il vasto territorio occupato dalla Rocca ad uso turistico.
 
In questi dieci anni, per la conservazione di alcune preziose strutture architettoniche e la manutenzione di strade e sentieri, sono stati spesi un milione e mezzo di euro, da parte di Regione, Comunità montana e Provveditorato interregionale delle Opere pubbliche.
 
Per la sicurezza della strada il Demanio ha investito altri ottocentomila euro, in tre fasi.
I primi due interventi sono già avvenuti, il terzo era previsto nelle prossime settimane ed è stato anticipato a domani.
 
Nel frattempo la Comunità montana non è rimasta con le mani in mano.
In collaborazione con la Sovrintendenza e partendo da accurati studi archeologici, storici e geologici, poco più di un anno fa ha fatto realizzare complessi rilievi topografici ed architettonici che hanno prodotto un progetto complessivo di come l'intera area della Rocca d'Anfo potrà essere utilizzata a fini turistici.
 
Una pianificazione che prevede di investire 50 milioni di euro nei prossimi vent'anni.
Interventi modulari: si partirà col portare nell'area l'acqua e ad illuminare i percorsi, a realizzare servizi igienici e l'accoglimento dei turisti alla Caserma Zanardelli.
 
 
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