I farmaci equivalenti
di Claudia Forti

Stessa efficacia terapeutica e stessa sicurezza di qualitŕ. I farmaci che vengono definiti «equivalenti» costano meno e sono sicuri. Vediamo il perché


I farmaci equivalenti sono considerati di serie B vediamo perché è un luogo comune che non ha ragione d’essere, legato ad un atteggiamento culturale di diffidenza non giustificabile.

Perché costano meno
I farmaci equivalenti sono la copia senza “griffe” di un farmaco originatore, di cui sia scaduta la copertura brevettuale.
Ogni farmaco “branded”,cioè caratterizzato da un nome di fantasia datogli dall’impresa produttrice, è protetto da un brevetto che permette a quell’azienda farmaceutica che l’ha inventato di poterlo commercializzare in esclusiva per vent’anni (ai quali si può aggiungere un certificato di protezione complementare che prolunga la copertura brevettuale di altri 5 anni).
 
Una volta scaduto il brevetto, il principio attivo contenuto nel farmaco “originatore” può essere prodotto e commercializzato sotto forma di farmaco equivalente anche da altre aziende farmaceutiche.
La specialità medicinale coperta da brevetto, e prodotta da una sola azienda innovatrice, diventa un farmaco “generico” prodotto da un numero potenzialmente illimitato di imprese. La produzione “in esclusiva”, che permetteva all’azienda innovatrice di recuperare gli investimenti elevati effettuati in ricerca e sviluppo, viene sostituita da un mercato concorrenziale, dove tante aziende possono produrre lo stesso farmaco.
Questo significa che il prezzo del medicinale deve scendere per legge in Italia almeno del 20%, con vantaggi per lo Stato e per i cittadini.

Alta qualitĂ  e molti controlli
La qualità di questi farmaci, al pari dei farmaci innovatori, è costantemente garantita nel tempo, e viene assicurata attraverso una serie di approfonditi controlli che partono dalle ispezioni ai siti di produzione e continuano per tutta la vita del farmaco anche dopo la sua immissione sul mercato.

Ottimo strumento per ridurre la spesa sanitaria
La vita media si è allungata e l’invecchiamento della popolazione si accompagna anche ad un aumento dei costi legati all’assistenza medica a carico del Servizio Sanitario.
Sostituire il farmaco utilizzato usualmente con un medicinale equivalente rappresenta uno dei principali strumenti per ottenere il contenimento della Spesa farmaceutica.

La bioequivalenza
L’equivalente deve essere per legge “bioequivalente” alla specialità medicinale registrata, deve avere cioè lo stesso principio attivo presente nella medesima dose, la stessa forma farmaceutica, la stessa via di somministrazione e stesse indicazioni terapeutiche.
L’immissione in commercio degli equivalenti è autorizzata dal Ministero della Salute sulla base di una documentazione che attesti la bioequivalenza del medicinale equivalente, rispetto ad una specialità medicinale già autorizzata.

Cosa vuol dire bioequivalenza
Bioequivalenza significa che due farmaci, l’equivalente e quello registrato, devono avere una volta immessi nell’organismo, lo stesso comportamento di efficacia in termini qualitativi e quantitativi.

Fonte: DonneOggi.it
 
130121_Farmaci.jpg