Intervista a Dimartino
di Davide Vedovelli

Antonio Di Martino è siciliano, ed è a mio avviso uno tra gli artisti più interessanti della scena italiana. La definizione cantautore non gli piace e gli sta stretta. In effetti è qualche cosa di diverso


Ma lasciamocelo raccontare da lui in questa intervista in esclusiva per Lo Spaccadischi.
Se ricordate il suo ultimo disco ve l'avevo consigliato nei “4 dischi per Nataleâ€.
Buona lettura

1) quando ho sentito per la prima volta "cercasi anima" è stata una folgorazione e avevo l'aria di chi ha scoperto qualche cosa e non vede l'ora di divulgarlo. Ho cominciato da lì per poi ascoltarmi altre tue canzoni. La cosa che mi piace è sentire citazioni e riferimenti ai grandi maestri della musica d'autore mantenendo però una tua visione nuova, fresca e proiettata al futuro.
Nei testi riesci a mischiare con eccezionale disinvoltura angoscia metropolitana, quotidianità, poesia. Come riesci ad ottenere questo difficile equilibrio?

Probabilmente perché non mi sento del tutto figlio dei cantautori, non sono la prima cosa che ho ascoltato.
Sono arrivati in una fase di passaggio della mia vita, subito  dopo i vent’anni, naturalmente sono stati una folgorazione per me le canzoni di Dalla, De Andrè, De Gregori, Ciampi, però ho cercato sempre di ascoltarle per ciò che rappresentavano nel loro tempo e non come qualcosa da imitare oggi.

2) è stato un piacere vederti sul palco del Tenco quest'anno. Cosa ti è rimasto di quest'esperienza?
 
Un pò di fiches in tasca che non sono riuscito a spendere perché dovevamo andare a cena, no scherzo!!.
Ho sempre guardato quando ne ho avuto la possibilità le serate del Tenco alla Rai, mi incuriosiva ogni anno sapere chi ci sarebbe stato su quel palco, quindi scoprire che nel 2012 sarebbe toccato a me è stata una bella emozione.

3) si fa un gran discutere se hanno ancora senso i cantautori e cosa debbano fare. Dammi una definizione tua e attuale di cantautore in cui ti ci ritrovi.

Non ti nascondo che a me la parola cantautore non piace tantissimo e non credo di essere il primo a dirlo, però effettivamente è l’unica parola che racchiude quel concetto.
Io credo che i cantautori avranno sempre un senso, non penso siano una figura destinata all’estinzione almeno non più degli scrittori o dei registi.
Sono necessarie però, come in ogni arte, la ricerca e l’ambizione a trovare linguaggi contemporanei.

4) la capacità di fare emozionare, ridere o commuovere con delle canzoni è un talento e una dote rara, e penso oggi più che mai indispensabile alla società. L'artista è da sempre un filtro particolare attraverso cui guardare il mondo e capirlo un po' meglio. Il filtro "Di Martino" come ce lo fa vedere? su cosa focalizza l'attenzione?

Non ho mai pensato a un filtro Di Martino, nel senso che non vorrei averne.
Mi piace scrivere di qualsiasi cosa, sicuramente parto dalla drammaticità di certi argomenti  come spunto per una riflessione poetica.

5) tre libri, tre film e tre città che ti stanno cuore.


Ii libri : il deserto dei Tartari (Dino Buzzati), il gattopardo (Giuseppe Tommasi di Lampedusa), Pastorale Americana (Philip Roth).
I film: il cielo sopra Belrino (Wenders), Profumo di donna (Dino Risi), Così ridevano (Gianni Amelio)
Le città: Palermo, Marakesch, Dublino.

6) ho intervistato poche settimane fa Roberta Gulisano, siciliana pure lei, e mi raccontava del gran fermento che c'è nella scena musicale in Sicilia. Tu hai avuto la fortuna di incontrare un grande artista quale Cesare Basile. Come è avvenuto quest'incontro e cosa ti ha affascinato di lui?
 
Ci siamo incontrati in un locale a Milano pur essendo entrambi siciliani, io ascoltavo i suoi dischi da un pò.
Mi ha sempre interessato la scelta accurata di ogni singola parola nelle sue canzoni, cosa molto rara nella musica italiana di oggi.

7) l'ultima domanda, come tradizione dello Spaccadischi, puoi farla tu a me.

Come pensi che sia cambiato il giornalismo musicale da dieci anni a questa parte. In meglio o in peggio?

E' cambiato molto, come tutto il giornalismo.
Oggi è una rincorsa continua, una diretta totalizzante. Si fa a gara a chi lo dice prima, non a chi lo dice meglio.
Ho l'impressione che si approfondisca poco, si resti in superficie perchè non c'è già più tempo per quella notizia, c'è ne è già una nuova più succosa.
A me piace prendermi tempo, pensare ed approfondire, posso permettermi di farlo perchè non ho committenti e decido io cosa, quando e come scriverlo, ma è un lusso raro, fin che dura me la godo alla grande però.
 
Grazie mille per la bella intervista e in bocca al lupo. Spero di vederti presto.
Un abbraccio
 
 
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