Cercasi pozzo in Lo
di val.

Un buco nell’acqua? Magari, ci metterebbero la firma quanti a Bione sono impegnati nel cercare il prezioso elemento sul piano di Lo, Amministrazione comunale in testa, che nell’affare sta investendo non pochi quattrini pubblici.

Un buco nell’acqua? Magari, ci metterebbero la firma quanti a Bione sono impegnati nel cercare il prezioso elemento sul piano di Lo, Amministrazione comunale in testa, che nell’affare sta investendo non pochi quattrini pubblici. Invece no, almeno per ora.
I fratelli Franco e Stefano Pellegrini della PM perforazioni che sono saliti a Bione con i loro macchinari da Sabbio Chiese si stanno dando da fare da una settimana, ma ancora niente.

Nello spazio di una cinquantina di metri quadri ieri sera i buchi erano tre: “Il primo da 73 o 74 tubi” ci ha detto uno degli spettatori, il “Pasì”, che speranzoso deve averli contati uno per uno. “Ogni tubo sono tre metri – aggiunge -, fanno 220 metri almeno, ma non è bastato”.
Col secondo buco, qualche metro più in là, si sono fermati a 60 metri. Il macchinario ieri stava lavorando sul terzo buco, con Franco e Stefano che si erano spostati ancora di poco, sempre seguendo le indicazioni di una rabdomante trentenne di Sabbio Chiese: “La sorella della moglie del Santì” ci dicono gli spettatori, ma non ricordano il nome.

L’esperta si era sbilanciata anche sulla profondità dello scavo necessaria per trovare l’acqua: 34 metri.
“Aveva i guanti e le scottavano lo stesso le mani – affermano – segno che di acqua ce ne deve essere proprio tanta”.
E guai a metterne in dubbio la presenza: “Ci hanno provato anche altri e l’hanno sentita tutti. Si tratta solo di centrare bene la vena, un metro di qua o di là certo fa la differenza”.

L’idea di dotare quell’ampio pianoro di una sorgiva, sia pure attraverso un pozzo, ha sempre affascinato i bionesi. Soprattutto quanti da quelle parti posseggono in proprietà o in affitto rustici o baite nelle quali trascorrere fresche domeniche estive: i Barucco e i Bonetti che ci tenevano anche vacche a decine e si dovevano accontentare della “pozza”, il “conte” Quabba che qui ha realizzato una “garçoniere”, i “Giande” con il roccolo, il Remo che non c’è più o il “Gnaso”... per ultimi gli Alpini bionesi che con il loro rifugio hanno occupato il posto più in vista per fare le feste e l’antincendio boschivo.

Qualche “assaggio” era già stato fatto, infruttuoso, dopo che rabdomanti più o meno rinomati s’erano già cimentati nell’indicare dove cercare e dove scavare.
Ci riprovano quest’anno. Bene, anche perchè un bel pozzo di 114 mm di diametro come quello che verrebbe realizzato, piacerebbe a tutti di vederlo in funzione sul piano di Lo, specie se pieno d’acqua.
C’è addirittura chi sogna di ricavarne abbastanza da rimpinguare l’attuale rete idrica, giù in paese. “A patto di non doverla pompare su per due o trecento metri di dislivello – affermano alcuni -, altrimenti vale la pena di farla salire dal paese e con un normalissimo tubo allacciato all’acquedotto”.
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