L'Olanda dice no
In Olanda una legge mette al bando gli allevamenti di animali per la produzione di pellicce. Per la loro riconversione è prevista una spesa di 28 milioni di euro.


Il divieto olandese diventerà effettivo a partire dal primo gennaio 2024, concedendo così 10 anni di tempo per smantellare i 159 allevamenti di visoni dove ogni anno passano sei milioni di animali.
Per la riconversione degli allevamenti, il governo accantonerà annualmente 2 milioni di euro, sino a mettere a disposizione degli allevatori un totale di 28 milioni di euro.

Il divieto dell’Olanda, secondo produttore europeo di pellicce di visone, si somma ai divieti già approvati in Austria, Inghilterra, Irlanda del Nord, Scozia, Croazia e Bosnia, mentre la Danimarca, primo produttore europeo, ha stabilito lo stop agli allevamenti a partire dal 2024.

Gli animalisti nostrani esultano e sperano in un effetto domino.
«L’Italia, con i suoi 10 allevamenti e 150mila animali all’anno, non può essere da meno», ha affermato Simone Pavesi, responsabile della Campagna pellicce della Lav. «È necessario che anche il nostro Paese, primo in Europa a vietare il commercio di pellicce di cane e di gatto, prosegua in questo percorso, approvando la proposta legislativa predisposta dalla Lav e già depositata alla Camera e al Senato».

«È un risultato storico - commenta dal canto suo l’Ente Nazionale Protezione Animali - se si considera che l’Olanda è il secondo produttore europeo. Ma ancora più significativo è il fatto che questo Paese ha avuto il coraggio di sfidare forti interessi economici per dare voce ai propri cittadini. L’Italia deve seguire l’esempio olandese e fare altrettanto».
 
Fonte: La Stampa
 
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