La via del sergente
di Giancarlo Marchesi

La comunità vestonese ha reso omaggio alla memoria di uno dei suoi figli, fra i tanti che hanno dato la loro vita perchè l'Italia potesse avere un futuro migliore

 
Un’intera comunità ha reso onore a uno dei suoi tanti figli caduti per la patria. L’amministrazione comunale vestonese ha intitolato a Mario Moreschi, sergente del battaglione Vestone, disperso in terra di Russa, una nuova strada in località Mocenigo.
Nato nel 1917, Mario frequenta le scuole fino al conseguimento della licenza elementare.
In seguito svolge la mansione di aggiustatore meccanico.
 
Come tanti giovani della sua epoca, nel marzo 1939 è richiamato alle armi.
Da quel momento la sua vita si intreccia con la storia del battaglione «Vestone»: Moreschi partecipa alle operazioni contro la Francia e nel novembre del 1940 è impegnato sul fronte albanese.
Due anni dopo, nel 1942, promosso caporale maggiore, è destinato al fronte russo.
 
Nei primi di gennaio del 1943, promosso sergente, partecipa da protagonista alle tragiche giornate della ritirata, grazie alle quali le divisioni alpine riuscirono a rompere l’accerchiamento nella battaglia di Nikolajewka, ritrovando la via di casa.
Mario, purtroppo, è uno dei molti dispersi di quella battaglia. Per questo è inserito negli elenchi del ministero della Difesa come deceduto il 26 gennaio 1943.
 
La figura di Moreschi è tratteggiata dallo scrittore Rigoni Strern nel celebre «Il sergente nella neve».
Nell’opera edita da Einaudi, Moreschi è colui che, pur in situazioni tragiche, riesce a diffondere tra i commilitoni attimi di buonumore.
Celebre è la battuta che in più occasioni Rigoni Stern fa dire a Moreschi: «Poshibel ‘na cavra de het quintai!» (Possibile una capra di sette quintali).
 
Come ricorda lo scrittore vicentino, Moreschi non credeva mai a niente, e quella battuta era il suo personale modo di sottolinearlo.
Alla cerimonia ha partecipato la sorella Nanda e i nipoti, oltre a Stefano Corsini che ne ha rievocato la figura, e a Maria Verdelli, sindaco della Città dei ragazzi dell’Istituto comprensivo di Vestone, che ha sottolineato il legame con le giovani generazioni.
 
.dal Giornale di Brescia
 
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