Ipocondria
di Claudia Forti

La sindrone del malato immaginario, che colpisce la qualit della vita di chi ne soffre. Una guida tascabile la affronta in modo ironico.


Siete ipocondriaci? Sappiate che è un disturbo psichico.
E’ la convinzione che  porta ad immaginare di essere costantemente affetti da diverse malattie, rendendo difficile, a volte, il normale decorso della quotidianità.
Si tratta di una sindrome che, pur non essendo grave, mina il livello qualitativo di vita di chi ne soffre.
 
Gli ipocondriaci sono individui sempre impegnati a dare ascolto ai segnali che arrivano dal loro corpo e a interpretarli in modo grammatico: un’emicrania diventa la prova di un male inguaribile al cervello, una fitta è il chiaro segnale di un infarto, una macchia della pelle in una probabile neoplasia. (Vi ricordate la commedia di Molière “il malato immaginario”).
 
L’ipocondriaco ha una paura talmente incontrollabile delle malattie da pensare continuamente di esserne affetto.  Infatti non può leggere un articolo dedicato alla salute o guardare una trasmissione televisiva a tema, senza convincersi di avere il disturbo in questione.
Spesso un male spinge chi soffre di questa patologia, ad andare alla ricerca esasperata e continua di questo male; con frequenti visite mediche, cerando in internet la patologia.
 
Inoltre, la particolarità dell'ipocondria consiste proprio nel fatto che paradossalmente, più i medici dicono che non c'è niente (cosa che viene riscontrata da esami clinici), più la persona sente il bisogno di rivolgersi a qualcun altro, che sia in grado di "riconoscere" il problema che porta dentro.
 
Oggi gli studiosi ritengono che l’ipocondria sia un disturbo del sistema neurovegetativo che ha molti punti di contatto con altre malattie come l’ansia,  la depressione (si stima che il 70% degli ipocondriaci sia anche depresso). 
In comune con quelle patologie ha il fatto di incidere pesantemente sullo stile di vita e sulle relazioni sociali di che ne soffre.        
 
Malati immaginari per una malattia reale                            
 
In campo letterario e cinematografico chi è ossessionato dalla propria salute continua ad ispirare simpatia, e l’approccio scherzoso è supportato da storielle tipo quella dell’ipocondriaco che sulla lapide si fa scrivere: “Ve l’avevo detto che non mi sentivo tanto bene”, o da titoli ironici come quello del volumetto di Dennis Di Claudio “Io sono ipocondriaco. Guida tascabile alle orrende malattie che sicuramente hai già”. 
 
In campo medico, invece, si indaga approfonditamente sulle terapie per affrontare lo squilibrio neurochimico che porta l’ipocondriaco a focalizzare la sua attenzione delle percezioni corporee, e contemporaneamente a interpretare in modo falsato sensazioni che in condizioni normali non sarebbero nemmeno percepite. 
 
da donneoggi.it

 
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