Oro rosso: presi
di val.

Sono una coppia di valsabbini disoccupati. Lui di Vobarno, lei di Villanuova. A loro disposizione tre quintali di rame rubati nei giorni precedenti in una ditta del posto


Dei due sono state fornite solo le iniziali.
L'uomo è D.P., 33enne disoccupato residente a Collio di Vobarno, la giovane è M.L. che di anni ne ha 25, anche lei disoccupata e di casa a Villanuova sul Clisi. Entrambi sono già conosciuti alla forze dell'ordine per altri reati.
 
La coppia è stata denunciata per ricettazione e riciclaggio, al termine di indagini che hanno impegnato i Carabinieri di Sabbio Chiese, quelli di Vobarno e i colleghi della Compagnia di Salò.
Un'indagine che ha riguardato i piccoli furti di oro rosso nei cantieri edili e nelle cabine elettriche, reati che vanno intensificandosi.
 
I militari sono riusciti a scoprire un deposito di rame rubato nell'abitazione di uno dei due denunciati, a Collo di Vobarno.
Si sono così presentati in forze nella mattinata di mercoledì scorso ed il proprietario non ha saputo spiegare la provenienza della grossa "bobina" del peso di circa 3 quintali risultata poi essere stata rubata in una ditta di Vobarno qualche giorno prima (il proprietario ancora non se n'era accorto).
 
Sotto il porticato dell'abitazione anche l'attrezzatura per sguainare il grosso cavo e rendere così la merce più facile da piazzare.
Mentre i Carabinieri erano sul posto è arrivata anche la ragazza, guidando un'auto che è risultata poi essere la stessa con la quale è stato compiuto il trasporto del rame.
 
Le indagini dei Carabinieri valsabbini proseguono nel tentativo di individuare i canali di approvvigionamento del traffico di rame e la sua destinazione.
Sempre i militari di Sabbio, la sera precedente in Odolo, hanno intercettato un'altra coppia di pregiudicati vobarnesi. Durante il controllo personale e dell'auto, un'Alfa 147, l'uomo ha cercato di disfarsi di un cavo del peso di circa due chilogrammi e mezzo, proveniente dalla stessa bobina ritrovata poi a Vobarno.
I militari hanno ragione di credere che quel pezzo di rame fosse una sorta di "campione" da far vedere ad un compratore, per poi piazzargli l'intera refurtiva.
 
I 3 quintali di rame, al mercato nero, avrebbero fruttato almeno 2.200 euro. 
 
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