«Ci hanno ascoltati»
C'era attesa intorno al lago d'Idro per gli esiti della trasferta romana di alcuni amministratori, accompagnati dai rappresentanti delle associaizoni che si occupano di tutela dell'Eridio


È decisamente presto per fare valutazioni e soprattutto previsioni sulle eventuali prossime mosse governative, ma l´impressione riportata ieri dalla delegazione rientrata da Roma, e formata da alcuni amministratori comunali e da esponenti delle realtà del volontariato che si occupano della tutela del lago d´Idro, è positiva.
La capitale, lo ricordiamo, ha ospitato un contraddittorio sui piani per le nuove opere di svaso del lago; e in particolare sulle progettate nuove paratoie.
 
La convocazione era arrivata dal ministero dell´Ambiente, e questo giovedì mattina alle 11.30 nella sede del dicastero di via Capitan Bavastro si sono seduti attorno a un tavolo gli ingegneri che hanno progettato la nuova traversa per conto di «Infrastrutture lombarde» (la società che opera per conto della Regione), i tecnici ministeriali titolari della Valutazione di impatto ambientale, i rappresentanti dei comuni di Idro e Anfo (anche se invitato mancava Bagolino), il sindaco di Montichiari Elena Zanola, l´ex sindaco monteclarense Gianantonio Rosa, gli esponenti del Consorzio di bonifica del medio Chiese e i rappresentanti delle associazioni di tutela dell´Eridio: Amici della Terra e Coordinamento delle pro loco,
 
L´esito? «Almeno ci hanno ascoltati, tutti quanti, anche noi contrari al progetto - spiega il sindaco di Idro Giuseppe Nabaffa -. Abbiamo parlato tranquillamente e ci è pure parso di cogliere qualche espressione di condivisione; anche se è difficile dire come andrà ora: la procedura della Via prosegue il proprio iter».
 
Gli amministratori di Idro e Anfo e gli Amici della Terra hanno anche potuto nuovamente depositare un documento sintetico in cui, ancora una volta, ribadiscono la loro posizione e chiedono spiegazioni su numerosi punti a parer loro poco chiari.
«La cosa che ci è parsa ancora una volta tristemente chiara - conclude Nabaffa - è che parliamo due lingue diverse: quello che noi chiamiamo lago d´Idro per la Regione e per gli utilizzatori altro non è che una diga necessaria a laminare le piene e a invasare 3.25 metri d´acqua».
 
Mila Rovatti - da Brescaoggi


 
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