Contro la legge di stabilità
di red.

I Comuni di confine sono sul piede di guerra con il Governo per l'impossibilità di utilizzare dei fondi già stanziati.

 

I Comuni confinanti con le Regioni a statuto speciale delle province di Torino, Biella, Verbano Cusano, Vercelli, Sondrio, Brescia, Verona, Vicenza, Belluno, Treviso e Venezia contestano la legge di stabilità, in particolare nella parte che riguarda l´utilizzo dei fondi trasferiti dallo Stato, e presentano una petizione al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.

Il 4 ottobre scorso, infatti, alcuni fondi sono stati erogati ai Comuni che ne erano beneficiari, prevedendo però l´avvio dei progetti relativi entro 30 giorni. «Non è possibile, è contro la legge. Il Governo Monti ha fatto il trucco dei soldi messi a disposizione, ma con i tempi non necessari per poter burocraticamente avviare le procedure progettuali», afferma l´AssComiConf (Associazione Comuni di Confine).

"E' impossibile e incredibile la cecità e l'incompetenza che viene utilizzata ed attuata da professori universitari e da esperti economisti nei confronti dei Comuni a cui vengono destinati dei fondi, speciali, straordinari e di solidarietà ai quali viene applicata la norma della stabilità di bilancio - continua il presidente dell'associazione, Marco Scalvini, ex sindaco di Bagolino - non è possibile che qualcuno possa vendere aria fritta alla gente che ha bisogno di reali risposte".

“Con la nuova normativa – prosegue Scalvini – vengono assegnati dei fondi per la valorizzazione, la promozione e la sopravvivenza delle aree territoriali svantaggiate confinanti con le Regioni a Statuto Speciale di cui alla legge 127/2007 ma non è possibile spendere queste risorse negli asili e nelle scuole, per i pensionati, i disabili e le popolazioni svantaggiate di montagna queste poiché l'attuale legge non prevede che vengano investiti fondi in capitoli economici già predisposti in bilancio. Ed è vergognoso non avere ancora avuto risposta dal Ministro degli Affari Regionali Pietro Gnudi e sentire il rumore del silenzio delle istituzioni".

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