Disabilità e sogni realizzati con il sostegno del Csi
di Diego Mondini, vicepresidente vicario Csi Brescia

L'anno scorso il 13enne Francesco Messori lanci via web il desiderio di giocare a calcio, lui mosso dalla passione ma senza una gamba dalla nascita. Il Csi rispose con entusiasmo, cambiando le regole, poi un torneo ufficiale e la Nazionale amputati

 
Il Csi non è solo palloni, partite, classifiche e premiazioni. C’è dell’altro. È un’occasione per rendere migliore la vita di chi, grazie lo sport, può abbattere i muri che lo opprimono e rivedere la luce.
 
Il prossimo 8 dicembre ad Assisi si celebrerà la realizzazione di un sogno. È cominciato tutto un anno fa, con la richiesta di un ragazzo nato con un’importante menomazione fisica.
 
“Voglio giocare a pallone – dichiarò via web Francesco Messori (foto 3), tredicenne di Correggio nato senza una gamba ma cresciuto con una grande passione per il calcio – e far parte di una squadra vera, ma l’attuale regolamento federale non me lo permette”. 
 
Il Centro Sportivo Italiano fu pronto a rispondere alla sua richiesta e cambiò le proprie regole per permettergli di iscriversi ai tornei ufficiali. Fu un gesto dovuto. L’esordio fu a Cremona il 5 febbraio scorso, un quadrangolare di calcio a 5 under 14. In campo Torrazzo, Bedriacum A e Bedriacum B e Mandrio, la squadra di Messori.
 
Un momento meraviglioso impreziosito dal primo gol “vero” di Francesco. Fu solo l’inizio di una lunga avventura, proseguita con il torneo “Un calcio a modo mio”, basato su un progetto di aggregazione tra calciatori normodotati e diversamente abili.
 
A giugno, poi, la premiazione di Messori come primo Pallone d’Oro della storia del Csi. L’entusiasmo si è diffuso a macchia d’olio e nel giro di qualche mese è sorta la Nazionale di calcio amputati, che è scesa in campo per la prima volta a Lenola. La squadra ha un gruppo su Facebook e non pone limiti ai suoi orizzonti.
 
C’è già in programma un’amichevole con i cugini transalpini. Un’altra vittoria da raccontare e festeggiare nel corso del meeting di Assisi. Il popolo del Csi sente sua questa squadra, e sarà ben felice di assecondare sempre i suoi sogni, che da più di un anno sono anche diventati quelli di chiunque abbia capito il senso più autentico dello sport arancioblù.
 
L’8 dicembre davanti a San Francesco in tanti esprimeranno nuovi desideri da realizzare per cambiare la vita di tante persone, consentendo allo sport di svolgere la sua missione più nobile. Il Csi non dovrà fare altro che ascoltare e rimboccarsi le maniche.
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