Uno lascia, l'altro rilancia
di Ubaldo Vallini

Nel mirino di alcuni amministratori valsabbini che segnalavano problemi nella gestione dei Servizi sociali a livello di Vallle erano finiti anche i due consulenti esterni nominati nell'Ufficio di Piano.


Alcuni amministratori valsabbini si erano lamentati della scelta fatta dalla Comunità montana di inserire due consulenti esterni nell'Ufficio di Piano, organo che ha il compito di fare da tramite fra ciò che è stato indicato nell'Assemblea di Distretto della valle Sabbia e la "macchina operativa" che agisce sul territorio.
 
Non certo perchè ritenuti uno spreco di risorse, visto che l'incarico non viene remunerato, piuttosto perché «i tecnici dei vari Comuni detengono conoscenza, esperienza e capacità di azione», veniva detto, così come abbiamo già riportato su queste colonne.
Ebbene, di questi due consulenti ne è rimasto solo uno, Stefano Bonomini.

Massimo Cavagnini infatti, con un passato da responsabile dell'Ufficio di Piano e poi di amministratore della società pubblica Valle Sabbia Solidale, ha rifiutato la nomina.
«Per due motivi - ha spiegato lo stesso Cavagnini in una nota diffusa ai diretti interessati martedì, ma inviata alla Comunità montana già la settimana precedente -. Perché mi sono occupato dei servizi sociali valsabbini già a lungo, tanto da ritenere giusto lasciare il campo a qualcun altro. Poi perché ho assunto il ruolo di presidente della Casa di Riposo "La Memoria" di Gavardo che i servizi sociali valsabbini li utilizza, carica onorifica anche quella, che però mi avrebbe messo in conflitto di interessi».
 
Diverso il caso di Stefano Bonomini, che ha così voluto commentare: «Per me il conflitto di interessi non si pone, anzi - ci ha detto -. Al contrario ritengo che la mia esperienza nel campo dei Servizi sociali possa essere assai utile, certo più di quella di certi cosiddetti tecnici o politici che se ne occupano senza la capacità di calarsi nei panni degli altri».
Un'esperienza che il bionese Stefano Bonomini, insegnante di lettere alle superiori, porta direttamente sul suo corpo essendo lui stesso un disabile a causa di una grave malattia genetica.
Sofferenza che non gli ha impedito di strappare con i denti e con le unghie una qualità della vita il più "normale" possibile.
 
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