Contributo sostegno affitti: «Una beffa!»
di red.

Solo il 20% degli inquilini potr usufruire quest'anno del contributo a causa dalla drastica riduzione dello stanziamento messo a disposizione dalla Regione.

 
Sono decine e decine le famiglie salodiane che come ogni anno si stanno rivolgendo all’Assessorato ai Servizi Sociali per compilare la domanda necessaria per ottenere il contributo regionale sull’affitto.
Pur tuttavia molte di queste famiglie che fino allo scorso anno hanno avuto accesso a questa preziosa risorsa – nel 2011, 143 Nuclei per un totale concesso di circa 70 mila euro – hanno dovuto constatare che i criteri fissati dalla Regione sono profondamente cambiati tant’è che la delibera regionale, la n°3699 del 2012 recita “Fondo regionale finalizzato all’integrazione del canone di locazione ai nuclei familiari con disagio economico acuto” e limita la concessione “ai soggetti con un ISEE –FSA fino a 4.000 euro con priorità di erogazione del contributo a soggetti con ISEE – FSA fino a 3500 euro, fermo restando, il limite massimo di euro 1200 di contributo erogabile, fino ad esaurimento delle risorse disponibili”.

Il comune di Salò, al pari degli altri comuni lombardi aderenti, concorre al fondo – introdotto dalla Regione nel 2003 - con risorse proprie in misura pari al 40%.
I nuovi limiti posti dalla Regione sono alquanto restrittivi e si stima che ne usufruirà solo un 20% degli inquilini rispetto a quelli aiutati fino allo scorso anno.
La Regione si difende accusando un calo del 93% dei fondi statali destinati al sostegno delle famiglie in difficoltà nel pagamento dell’affitto passati da 23 milioni nel 2011 a 1 milione e 600 mila euro trasferiti nel 2011 alla Lombardia.

Il risultato è certo. A farne le spese sono i cittadini in difficoltà e i comuni, affidatari del compito di attivare il bando, che si trovano a dover giustificare ai propri utenti i cambiamenti introdotti dalla Regione ottenendo lamentele, proteste e a volte…ingiurie.
Del resto, se nel 2011 in Lombardia furono accolte 65 mila domande e la previsione per quest’anno è di 14 mila ci saranno oltre 50 mila persone e nuclei familiari che riterranno affatto ragionevole e plausibile la loro esclusione né motivo sufficiente per una limitazione così drastica della spesa su questa misura di sostegno, l’attuale momento della finanza pubblica.

Una cosa è certa: l’esposizione maggiore è per l’Ente Comunale, il più vicino ai cittadini che, con loro, subisce questa ulteriore ingiustizia.
«Il commento più benevolo dei nostri utenti – spiega il dirigente del servizio Flavio Casali – è: “Se in Regione non rubassero, i soldi ci sarebbero”».
Il termine ultimo per la presentazione delle domande è il 30 ottobre.
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