Da smaltire c'è anche l'Iva
di val.

Sta sollevando un polverone la sentenza della Cassazione che riguarda l'Iva applicata alla Tariffa di igiene ambientale (Tia). Secoval: «Per le bollette dei cittadini non cambierà nulla».

 
«Vedremo nei particolari di cosa si tratta, cosa ha previsto la Cassazione e ci regoleremo di conseguenza. Ci pare però che alla fine per l'utente finale non cambierà nulla».
Ecco cosa ci rispondono in Secoval, l'azienda di Servizi della Valle Sabbia, quando chiediamo cosa hanno deciso di fare in seguito alle novità che arrivano dal Tribunale e che riguardano solo i Comuni che sono in "regime" di Tia.
 
Precisano che ad occuparsi delle bollette è Aprica e aggiungono: «La legge impone ai Comuni di farsi pagare il 100% del servizio di smaltimento dei rifiuti. Ora, se i Comuni possono mettere in bolletta l'iva che a loro volta pagano alle aziende che effettuano il servizio di raccolta bene. Se ciò non sarà più possibile, in bolletta metteranno la stessa cifra come costo. Non possono farne a meno».
 
Insomma, nessun Comune valsabbino si sarebbe mai sognato di aggiungere un 10% oltre i costi realmente sostenuti.
Quindi per l'utente finale non dovrebbe cambiare proprio nulla.
Eccetto che per le aziende: quelle non potranno più recuperare l'Iva prevista in bolletta, se la voce non ci sarà più.
Solo per qualche mese però: dall'anno prossimo cambierà per tutti, visto che Tia e Tarsu saranno sostituite dalla "Tares".
 
 
 
 
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