Scrivo con particolare questo articolo, ed i motivi sono molti. Primo motivo quando uno scrittore presenta il suo primo libro è doveroso sostenerlo e incoraggiarlo (se il libro è bello, si intende); secondo motivo perché dato che “nessuno è profeta in Patria” ci dimentichiamo spesso o sottovalutiamo alcuni artisti per il semplice motivo che abitano a due isolati da noi o li conosciamo; terzo motivo è proprio perché conosco da alcuni anni Daniela e so quanto impegno, tenacia ed entusiasmo ha messo in questo lavoro ed è quindi un traguardo meritato che merita attenzione. Come vi sarete accorti da un po' di tempo a questa parte alle recensioni preferisco le chiacchierate. Così ho fatto.
Questo è il tuo primo libro. Di cosa parla? A cosa si ispira?
Sì è il mio primo libro. E' ambientato nella Toscana del secondo dopoguerra e parla di due ragazzi che si conoscono tra i banchi di scuola e diventano grandi amici. Alla fine del liceo decidono di fare un viaggio, e sarà proprio questo viaggio da un lato ad unirli per sempre e dall'altro a cambiare la loro vita. La storia si ispira a storie che mi sono state raccontate da persone che ho conosciuto così in generale nella mia vita, e mi è sembrato divertente ed affascinante provare a cucirle insieme: è stato un po' un gioco ed un esperimento. Poi come dicono alcuni grandi scrittori in ogni libro c'è qualcosa di personale dell'autore, anche solo una minima parte e/o frase magari detta da un personaggio secondario, ma è proprio questa partecipazione emotiva che dicono differenzi un libro da un racconto.
Quando e come hai deciso di intraprendere questa avventura?
L'avventura è iniziata nel settembre del 2010, un po' per gioco, un po' per piacere, un po' per desiderio di tenere la mente impegnata, e devo ammettere che se dovessi dare una definizione a questo libro direi che è stato "un importante compagno di viaggio". All'inizio non pensavo che sarebbe divenuto tale, il progetto ha preso corpo piano piano, mi sono confrontata con chi ne sapeva più di me, e quando ho capito che il mio lavoro poteva davvero diventare un libro mi sono impegnata per portare fino in fondo questo progetto. Mi è sempre piaciuta la letteratura, ma mai avrei immaginato questo.
Quali sono le maggiori difficoltà che hai incontrato?
Le difficoltà che ho incontrato sono state varie. Il finale del libro: più volte mi è stata sottolineata l'importanza del finale per dare senso di completezza alla storia e quando ho scritto il finale sono stata ferma per quasi due mesi per trovare l'idea giusta. Anche la stesura non è stata costante e lineare: sono passata da mesi di silenzio a settimane in cui magari scrivevo dieci pagine a sera, e i periodi di silenzio non sono molto incoraggianti... a volte senti che sei in cerca di un'idea, mentre in altri casi sono proprio momenti di pausa. Lo stile è ancora tutto da costruire, e anche questa forse è un po' un'avventura. Infine uno dei miei maggiori timori era non riuscire a dare un'adeguata personalità ai miei personaggi.
Cosa ti aspetti da questo progetto?
A tutti piace sognare e i primi sogni ci spingono in alto e lontano, e quindi il mio sogno è che il mio libro possa avere successo, che la storia possa piacere ed incuriosire i lettori lasciando belle sensazioni, ma questo è il grande sogno. Da qui a quel sogno ci sono altri mille sogni, altrettanto speciali: mi piacerebbe riuscire a sviluppare davvero questa vena letteraria che ho scoperto perché mi ha dato tanto in questi due anni di lavoro e vorrei proprio che continuasse ad essere così; mi piacerebbe provare a mandare questa storia a qualche casa editrice o concorso letterario perché vedere il proprio lavoro, cui si sono dedicate attenzioni ed energie, apprezzato è sempre un piacevole ritorno. Tuttavia un grande risultato l'ho già raggiunto: l'ho terminato, sono riuscita a incanalare una mia grande passione e ad organizzare una serata per la presentazione.
Alla presentazione non mancheremo di certo. Un grosso in bocca al lupo, e prepara la mia copia con dedica. Un abbraccio.