«Dov'è Nikolajewka?»
di red.

Domenica alle 20.45, presso il Museo del Ferro, la presentazione del nuovo libro di Maurizio Abastanotti, a cui seguirra lo spettacolo teatrale liberamente tratto dal Teatro Gavardo.

Qusta domenica 16 settembre, alle 20.45, presso il Museo del Ferro, si terrà la presentazione del libro “Dov’è Nikolajewka?”, di Maurizio Abastanotti, a cui seguirra lo spettacolo teatrale liberamente tratto dal Teatro Gavardo, interpretato da Andrea Giustacchini, testo e regia di John Comini, musiche di Luca Lombardi e la collaborazione tecnica di Peppino Coscarelli. L'iniziativa è del comune e della biblioteca di Odolo, con la collaborazione del gruppo alpini di Odolo.

Il volume, edito da Liberedizioni di Brescia, racconta la tragica odissea degli italiani in Russia dal 1941 al '43 con particolare attenzione alla ritirata e alle sue conseguenze. Un nonno narra alla nipote i retroscena, i momenti esaltanti e quelli tragici di una esperienza che ha segnato la sua vita e quella di migliaia di altri uomini, ma anche dei loro figli, delle loro madri, fidanzate e mogli. Il libro ripercorre le vicissitudini di quel conflitto con un approccio narrativo che vuole incontrare l'interesse delle nuove generazioni, purtroppo disinformate e inconsapevoli dell'importanza di quella vicenda nella costruzione dell'identità culturale e storica delle nostre comunità. Per questo a due giovani è stato affidato il compito di realizzare un fumetto, inserito nel volume, su una delle vicende più curiose: “La sai quella del cammello in Russia?”. Il libro contiene inoltre gli elenchi ufficiali dei Caduti e Dispersi in Russia della Provincia di Brescia, pubblicati per la prima volta in collaborazione con l'U.N.I.R.R.

Dopo la presentazione, durante la quale lo storico e giornalista Marcello Zane intervisterà brevemente l’autore, sarà proposta la rappresentazione teatrale ispirata al libro stesso, a cura del Teatro Gavardo.

Andrea Giustacchini interpreta la storia di un reduce dalla Campagna di Russia, dall’andata verso il Don sopra un treno carico di soldati ormai stanchi di guerra, alla steppa russa, desolata e infinita. Attraverso le parole del protagonista lo spettatore è immerso in una storia fatta da piccole vicende di vita quotidiana, da episodi cruenti o umanissimi, da generali e da soldati semplici, da cuochi e da addetti ai muli. Arriva l’attacco russo, con un potenziale d'urto sei volte superiore a quello delle nostre. Segue il racconto commovente ed emozionante della ritirata: tutti camminano, in una disperata lotta per la sopravvivenza, nel gelo (40 gradi sottozero…) e nella neve, nella speranza di una salvezza che pare impossibile, nel ricordo di una casa e degli affetti più cari. La marcia del Corpo d'Armata Alpino verso la salvezza fu un evento drammatico, doloroso ed allucinante, costellato da innumerevoli episodi di valore, di grande solidarietà, in cui i nostri soldati si batterono disperatamente, senza sosta, per 15 interminabili giorni e per 200 chilometri. E poi arriva Nikolajewka, un paese che ora non c’è più sulle carte geografiche… E c’è l’incontro con Don Gnocchi, cappellano degli alpini e fondatore, dopo la guerra, dell’opera Pro Juventute a favore dei ragazzi mutilati per cause belliche.

Lo spettacolo è liberamente ispirato all’omonimo libro di Maurizio Abastanotti, ma con rimandi a Nuto Revelli, Giulio Bedeschi, Mario Rigoni Stern, Nelson Cenci, Carlo Chiavazza…

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