Secca all'incile, ne parla Belotti
Riportiamo un'intervista apparsa nei giorni scorsi sul Corriere della Sera. Alcune questioni sono state ormai risolte dall'arrivo della pioggia e dalla fine delle irrigazioni. Altre no.


Come risponde la Regione all'emergenza idrica che sta colpendo la provincia di Brescia e soprattutto la Bassa Orientale? Lo abbiamo chiesto all'assessore regionale al Territorio Daniele Belotti (Lega Nord), che da 2 anni e mezzo si sta anche occupando della delicata questione del lago d'Idro.
 
Gli agricoltori vogliono più acqua in uscita dal lago d'Idro, sindaci e ambientalisti rispondono picche, e tutti accusano la provincia di Trento di non avere rilasciato l'acqua promessa. Che fa la Regione?
«Per cercare di venire incontro alle esigenze degli uni e degli altri, senza penalizzare nessuno, io e il collega De Capitani (assessore regionale all'Agricoltura, ndr) avevamo preso accordi con la provincia di Trento per chiedere il rilascio di diversi milioni di metri cubi d'acqua nel lago d'Idro dalle loro dighe idroelettriche di malga Boazzo e Bissina.
I primi di agosto abbiamo sollecitato un loro intervento ma ci hanno chiesto in cambio dell'acqua 2 milioni di euro. Assurdo. Dopo aver posto la questione al sottosegretario all'Ambiente si è raggiunto un accordo dietro un compenso di 360mila euro. Ma è evidente che non è stata rilasciata tutta l'acqua necessaria».
 
Non è che Trento aspetta lo stato di calamità naturale per fare altri rilasci? Perché non dichiarare l'emergenza per la Bassa orientale?
«La vedo dura dichiarare lo stato di calamità per una sola zona della Regione. A questo punto dovremmo prevederla anche per la zona del Serio, e nelle zone attraversate dal Po...»
 
Gli agricoltori chiedono di poter avere più acqua dal lago, scendendo - vista la situazione - sotto il livello di 367 metri sul livello del mare. È fattibile?
«C'è un accordo che va rispettato e non vogliamo dare spazio a polemiche. Inoltre nella stagione estiva è giusto tenere conto anche delle ragioni del turismo presente sul lago d'Idro».

Eppure gli agricoltori, a partire dal consorzio del Medio Chiese ritengono che un metro e mezzo di lago sia troppo poco. Con la nuova galleria si potrà svasare più acqua?
«La Regione ha finanziato con 48 milioni la realizzazione della terza galleria per la messa in sicurezza della paleofrana. Qualcuno insiste a chiamarla «palleofrana» e sostiene che la vera ragione è quella di portare più acqua a valle. Me lo metta per iscritto e se ne assumerà le conseguenze. Entro la fine dell'anno dovremmo avere la Valutazione d'impatto ambientale definitiva. Solo dopo si procederà all'istituzione del tavolo per la nuova regolazione del livello del lago, che verrà stabilita seguendo le indicazioni dell'ente gestore».
 
Al di là della questione del lago Idro, ci sono progetti a lungo termine per contrastare l'annoso problema della siccità?
«A settembre organizzeremo un convegno con tutti i consorzi irrigui per capire come muoversi al di fuori di queste emergenze. Stiamo valutando l'opportunità di utilizzare le ex cave di sabbia e ghiaia, che nel Bresciano non mancano, come bacini di riserva idrica.
Si potrebbe creare una rete tra cave già in acqua, riempiendo però anche quelle che oggi sono all'asciutto».
 
Meglio l'acqua che i rifiuti, come successo fino ad oggi.
 
P.G. dal Corriere della Sera
 
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