Due importanti mostre per le Decennali
di Cesare Fumana

Dal 4 settembre al 28 ottobre saranno allestite presso la Rocca di Sabbio Chiese due importanti esposizioni, una pittorica e una bibliografica.

Anche per questa edizione delle feste decennali della Madonna della Rocca di Sabbio Chiese, in programma dal 7 al 16 settembre nel paese valsabbino, la commissione organizzatrice ha voluto organizzare alcuni eventi culturali di elevato spessore.
Fra questi, presso la Rocca, saranno allestite due mostre: una pittorica dedicata al paesaggio lombardo nella pittura dell’Ottocento, l’altra bibliografica, dedicata agli stampatori sabbiensi del Cinque e Seicento.

La presentazione delle due esposizione è avvenuta nella prestigiosa cornice della chiesa di San Giorgio a Brescia, alla presenza dell’assessore alla Cultura e al Turismo della Provincia di Brescia, Silvia Razzi, del sindaco di Sabbio Chiese Rinaldo Bollani e dei curatori delle due mostre.
L’assessore Razzi ha evidenziato l’importanza dell’evento e delle due mostre come richiamo anche turistico ed ha espresso la volontà di promuovere la manifestazione ben oltre il livello provinciale data la sua importanza e la qualità delle due esposizioni.
Dal canto suo, il sindaco Bollani ha voluto innanzitutto ringraziare quanti hanno collaborato alla loro realizzazione, sottolineando come l’intero paese sia coinvolto in questa manifestazione dal preminente carattere religioso, ma che, con l’impegno nell’allestimento degli addobbi e nell’intera organizzazione, è un’occasione di socializzazione e condivisione per l’intera comunità.

È toccato poi ai vari curatori presentare le due mostre.
La prima, quella pittorica, porta il titolo “Dei monti e dei laghi. Il paesaggio lombardo nella pittura dell’Ottocento. Da Piccio a Segantini”. «Una mostra che non sfigurerebbe a Brescia o in altre città lombarde – è il giudizio di Mario Marubbi, coordinatore scientifico e uno dei curatori della mostra –, visto l’elevato numero di opere esposte, una quarantina, di importanti pittori dell’Ottocento, grazie anche alla disponibilità di musei e collezionisti privati che hanno prestato i dipinti». I quadri provengono infatti da Civici Musei di Brescia, dalla Galleria d’Arte Moderna di Milano, dalla Pinacoteca di Brera di Milano, dalla Galleria Ricci Oddi di Piacenza, dal Museo del Risorgimento di Milano , dai Musei Civici di Pavia e dalla Pinacoteca Ala Ponzone di Cremona.

Un plauso alla scelta dei tema del paesaggio lombardo dell’Ottocento è venuto da Elena Lucchesi Ragni, direttrice dei Civici Musei di Brescia, visto che «il tema è poco frequentato in questi anni, mentre i nostri musei sono ricchi di opere di questo periodo, un’occasione per riflettere anche sullo sfruttamento e la conservazione oggi del nostro territorio».

Le opere in mostra sono state selezionate da un comitato scientifico composto da studiosi e responsabili dei musei coinvolti ed è stato allineato secondo un percorso espositivo che si snoda in quattro distinte aree tematiche. La prima sezione è dedicata al momento di passaggio nella pittura lombarda dal vedutismo tardo settecentesco al paesaggio “dipinto dal vero”, con opere di Luigi Basiletti, Pietro Ronzoni, Giuseppe Canella ed alcuni maestri bresciani che ritraggono angoli della Val Sabbia e del lago d’Idro (Faustino Joli).
La seconda sezione è dedicata alla nascita del paesaggio romantico, articolata sulla sensibilità straordinaria di un grande pittore europeo come Giovanni Carnovali detto il Piccio (Veduta delle Prealpi) e sulla lezione dello Sturm und Drang fatta conoscere a sud delle Alpi da pittori di cultura tedesca che influenzarono il paesismo lombardo (Costantino Rosa, Felice Giuseppe Vertua). La stessa sezione vede poi sviluppato il tema del paesaggio abitato (Angelo Inganni) o della pittura storica legata ai moti risorgimentali (Eugenio Amus, Giovan Battista Lelli) che hanno come sfondo l’ambiente alpino.
Una più moderna sensibilità affiora nella terza sezione che rivela, ormai nella seconda metà dell’Ottocento, la nascita e lo sviluppo del Divisionismo con opere di Filippo Carcano, Eugenio Gignous, Carlo Fornara, Giovanni Segantini nonché uno sguardo locale anche verso i pittori di paesaggio di area bresciana (Cesare Bertolotti).
L’ultima sezione invece vede comparire nel paesaggio il tema ormai urgente del lavoro, con tutte le sue tensioni, umane e sociali, e il drammatico cambiamento dei ritmi valligiani in un nuovo e più complesso orizzonte moderno. La pittura ne è fedele testimonianza con gli epigoni di una tradizione pastorale (Stefano Bruzzi) e l’incombere ormai drammatico della nuova realtà produttiva, che nelle vallate bresciane si manifesta agli albori dell’industria dell’estrazione e della lavorazione del ferro (Francesco Filippini).

La seconda mostra riguarda “Gli stampatori, da Sabbio alla conquista del mondo. Uomini idee e tecniche tra Cinque e Seicento”.
In questi anni il Comune di Sabbio Chiese è entrato in possesso di una trentina di volumi di stampatori sabbiensi che operarono fra Cinque e Seicento a Venezia e in altre importanti città dell’epoca, come Milano, Bergamo Ferrara, Ancona, Messina, Campobasso, con tracce anche all’estero, in Svizzera e Spagna, a Salamanca.
La mostra espone questi volumi prodotti dalle tipografie dei Nicolini, Bascarini, Ventura, Gelmini, Pellizzari, Antoni, Bericchia, Carampelli, Tini.
La mostra è stata curata da Michela Valotti, coadiuvata da Alfredo Bonomi e da Ennio Ferraglio.

Entrambe le mostre saranno aperte da martedì 4 settembre fino al 28 ottobre, dal martedì al venerdì dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 18; il sabato e la domenica dalle 10 alle 19 (lunedì chiuso). Biglietto intero 5 euro, ridotto 3.
Nei giorni delle feste decennali, dal 9 al 16 settembre, l’apertura è prolungata fino alle 23, con biglietto d’ingresso a 1 euro.

Nell’arco dei due mesi di apertura saranno organizzate delle visite guidate e dei convegni, con iniziative speciali dedicate alle scuole.
Per entrambe le mostre sarà prodotto un catalogo.

In foto la presentazione delle mostre a Brescia

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