Piscina? No, alimentari.
Perché l'Amministrazione comunale gavardese dice no alla piscina? Se lo chiede il Pd che ripercorre le scelte su un'area acquistata dalla precedente amministrazione

 
Perché l’Amministrazione comunale gavardese dice no alla piscina?
Se lo chiede il Pd con una presa di posizione in cui sottolinea che i precedenti amministratori avevano acquisito un’area di circa 15mila metri quadrati a sud del paese, annessi ai 3mila già di proprietà comunale, destinandola appunto ad accogliere una piscina.
 
«L’attuale Giunta - nota il Pd - ha deciso di alienare quest’area, annullandone così la prospettiva di un utilizzo a fini pubblici».
I democratici gavardesi ricordano poi come - dopo che in aprile era stata approvata la variante che trasformava la destinazione dell’area da «servizi pubblici» a «media struttura di vendita non alimentare, pubblici esercizi e terziario» - un mese dopo la Giunta abbia avviato il procedimento per un’ulteriore variante, per ritrasformare l’area in «struttura per la vendita di alimentari fino al 37,5% della superficie».
 
«Perché tanta fretta in una materia delicata e complessa quale dovrebbe essere la pianificazione del territorio?
Perché si stimolano, invece di contrastare, inutili speculazioni urbanistiche?» si chiede il Pd, che vuol sapere dagli attuali amministratori se «l’estensione alla vendita di alimentari sia il frutto di una valutazione tecnica o rappresenti una resa a qualsiasi condizione, per realizzare un incasso quale che sia».
 
Infine, una proposta: «Perché, se bisogna risanare il bilancio, non si valuta l’alienazione del vecchio plesso delle scuole elementari, anziché affossare per sempre la prospettiva di una piscina comunale?».
 
 
. dal Giornale di Brescia
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