20 nei guai per la «cartiera»
Tante persone nei guai per un doppio giro di fatture e pagamenti fasulli che è partito da Villanuova ed ha coinvolto aziende di mezza provincia.


Una partita Iva a cui non corrispondeva alcun valore economico reale e legale, alcuna produzione di beni e servizi, a eccezione di una vorticosa creazione di fatture fasulle, che dovevano tuttavia «testimoniare» un volume di vendite da 3 milioni e mezzo di euro, oltre che il pagamento di un´Iva di 600mila.
 
È questa la fisionomia di una società di villanovesi - marito e moglie - che sono stati condannati per la loro attività fraudolenta a un anno e mezzo, al termine di un iter giudiziario che si è concluso con 22 condanne.
Una storia di falsa contabilità in cui molte aziende del settore delle lavorazioni meccaniche fingevano di acquistare piccole o grosse quantità di materiali ferrosi, tant'è vero che sono coinvolte altre 20 persone: i titolari o i rappresentanti legali delle aziende reali.
 
Tutto nasce alcuni anni fa da un´indagine della Guardia di Finanza di Salò che scopre le «geometrie» sui cui si regge il meccanismo illegale: il fine delle ditte, sparse sul territorio provinciale - tra Gardone Valtrompia, Bovegno, Lumezzane, Muscoline, Villanuova e Mazzano -, era ovviamente quello di pagare meno tasse.
I numerosi versamenti realmente effettuati venivano poi restituiti al mittente, ridotti della percentuale concordata con i due coniugi quarantunenni di Villanuova sul Clisi. La partita Iva era intestata alla donna, incensurata, anche se la gestione vera e propria era in mano al marito.
 
Fra il 2007 e il 2009 sono stati identificati tutti i clienti: le imputazioni per l´intero gruppo, a seconda dei ruoli, riguardano l´emissione di fatture per operazioni inesistenti, le dichiarazioni fraudolente, l´occultamento e la distruzione delle scritture contabili e, solo per un nucleo ristretto di tre persone, il favoreggiamento.
Gli accertamenti bancari e leverifiche, attuate anche per recuperare altre imposte evase, hanno permesso di acclarare mancate dichiarazioni dei redditi per la ragguardevole cifra di 9 milioni di euro e imposte evase per 2 milioni e 200mila euro.
Sedici persone sono state giudicate di recente con rito abbreviato, altre 6 hanno patteggiato per ottenere vari benefici di pena. Nessuno dei coinvolti si trova in carcere, essendo le pene inferiori ai due anni.
 
Fonte: Bresciaoggi

 
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