Expo: il dietrofront della Lega
di red.

Il «celodurismo» della lega si affloscia in Consiglio regionale, dove le dimissioni di Formigoni da commissario dell'Expo diventano «sub-commissariamento».


Nella seduta del Consiglio regionale dedicata all’Expo, che ha avuto luogo martedì scorso, il Partito Democratico ha presentato un ordine del giorno, bocciato dalla maggioranza, con il quale sottolinea la necessità di individuare un commissario generale, diverso dal Presidente della Giunta regionale, che possa dedicarsi a tempo pieno alla manifestazione.
La Lega ha dunque rinunciato alla richiesta a Formigoni di farsi da parte e di dedicarsi solo alla Regione, come aveva dichiarato a più riprese il segretario lombardo Matteo Salvini, e ha firmato con il Pdl un testo che invita il commissario generale, nella persona di Formigoni stesso, a dotarsi di un “sub-commissario con funzioni operativeâ€.
 
“Tanto rumore per nulla, o forse per una poltrona in più – dichiarano i consiglieri regionali del Pd, il valsabbino Gian Antonio Girelli e Gianbattista Ferrari -. Dopo aver per due mesi, per bocca di Salvini, spiegato che Formigoni avrebbe dovuto dimettersi da commissario generale di Expo, la lega ha presentato un ridicolo ordine del giorno che col sostegno di Formigoni e del Pdl spiega che Formigoni deve continuare a fare ciò che già fa: ricoprire la carica delegando ad altri il lavoro. E il Carroccio ha votato contro il nostro ordine del giorno che chiedeva di sostituire il commissario generale di Expoâ€.
 
Il risultato più importante uscito dal dibattito è stato il Protocollo di Milano, che verrà ratificato in una risoluzione da votare al più presto in Commissione e costituirà il lascito dei lavori di Expo 2015. Il Protocollo di Milano, dopo il Protocollo di Rio de Janeiro e quello di Kyoto, sarà un decalogo di nuove regole per una sostenibilità alimentare possibile. Siamo infatti di fronte al fenomeno di una scarsità crescente di prodotti alimentari sufficienti a nutrire la popolazione mondiale che obbliga i governi di nazioni ricche alla ricerca di terre per produrre cibo da riportare in Patria (sono stati sinora acquistati 80 milioni di ettari di cui la gran parte nell’Africa Subsahariana).
Il 30% di ciò che viene prodotto oggi viene gettato. Il Pianeta nel 2050 arriverà a contare 9 miliardi di abitanti e si prevede che occorrerà aumentare la produzione agroalimentare del 70%.
 
“Proprio qui a Milano, in Italia, patria del made in Italy e delle produzioni alimentari di eccellenza che ci riconoscono in tutto il mondo, abbiamo il dovere di sfruttare l’occasione di Expo non solo per fare strade e autostrade ma anche per indicare al mondo come affrontare la sfida epocale della sostenibilità ambientale – spiegano i due esponenti del Pd – il valore immateriale delle idee che qui si possono elaborare può diventare ispirazione  di un nuovo modello produttivo e generare quindi valore economicoâ€.
 
Un ulteriore spunto di riflessione tocca la questione delicata della legalità e trasparenza negli appalti: “Formigoni nel suo intervento ha parlato di tutto senza fare nemmeno un riferimento alla legalità per gli appalti – concludono Girelli e Ferrari - né nella relazione iniziale né in replica, nonostante gli sia stato fatto notare come il primo appalto Expo sia oggetto di indagine per turbativa d'asta e che non sono ancora attivi i controlli satellitari dei mezzi di cantiere che trasportano terra, così come denunciato dal sindacato preoccupato del rischio d'infiltrazioni malavitose nei lavori. Speriamo recuperi presto la grave lacuna."
 
Fonte: comunicato stampa
 
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