La replica dei baristi all'associazione
Botta e risposta sul tema dell’integrazione a Nozza di Vestone. Nei giorni scorsi, lo ricordiamo, l’associazione «Es Salam», costituita da immigrati marocchini, aveva denunciato un «malessere da bar».

Botta e risposta sul tema dell’integrazione a Nozza di Vestone. Nei giorni scorsi, lo ricordiamo, l’associazione «Es Salam», costituita da immigrati marocchini, aveva denunciato un «malessere da bar», con gli avventori nordafricani che insieme a ogni consumazione si vedevano recapitare lo scontrino per il pagamento.

E ora arriva la replica dei baristi.
«Vogliamo spiegare - rispondono gli esercenti per bocca di Silvano Nevica, titolare del bar Italia - che ciò non ha proprio niente a che fare col razzismo, ma solo con la tutela di noi stessi e dei nostri locali. A noi capita anche 3 o 4 volte a settimana di chiamare i carabinieri per allontanare dal bar persone che, ubriache, ci minacciano.

Non sempre, ma spesso si tratta di marocchini. Vogliamo chiedere al signor Elwardi (il rappresentante di Es Salam): se noi visitiamo il vostro Paese dobbiamo giustamente rispettare le regole e le abitudini. E allora perchè qui in molti casi da parte vostra non si manifesta rispetto? Perchè c’è chi entra in un bar, beve un caffé o prende un pacchetto di sigarette per poi sparire senza pagare?».

«Non sono di certo tutti così - prosegue Nevica -, ma se abbiamo adottato il lecito sistema di far pagare alla consegna della consumazione un motivo c’è. Vogliamo far notare che non si tratta assolutamente di un trattamento riservato ai marocchini, ma a qualunque avventore non conosciuto, o che temiamo possa comportarsi male».

«Tra i nostri clienti - conclude - ci sono anche tanti ragazzi marocchini con i quali il rapporto è di stima e di simpatia. Ma ciò non toglie che è nostro diritto tutelarci da chi ha preso il bar come un posto in cui consumare gratis».

M.PAS.
Da Bresciaoggi
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