Il raddoppio della Rsa
di Cesare Fumana

Sabato pomeriggio, alla presenza di numerose autorità, è stata inaugurata la nuova struttura della Rsa "Irene Rubini Falck" di Vobarno.

 
Con l’aggiunta della nuova ala, la casa di riposo ha raddoppiato i posti letto a disposizione, da 40 a 80.
Una struttura all’avanguardia di quattro piani, collegata al preesistente fabbricato: al piano interrato i depositi e i locali di servizio, al piano terra le stanze comuni, e gli altri due con 10 nuove stanze con due letti ciascuna, per un totale di 40 nuovi posti letto.
Il piano terra ospita la sala da pranzo, una sala riunioni, due ambulatori medici, una sala per le occupazioni diurne, una piccola palestra, più un ampio soggiorno diurno. Nell’ala più esterna è stato ricollocato il centro diurno anziani e la sala per la fisioterapia anche per pazienti esterni. Gli altri due piani sono simili, con le dieci stanze da letto con i loro servizi, più un bagno assistito e dei salottini e zone soggiorno, adatte anche per la visita dei parenti.

«I nuovi posti sono accreditati dalla Regione, ma non sono a contratto – precisa Corinna Pavoni, direttore della Rsa –. Per questo avranno una retta differenziata rispetto agli altri, di 60 euro al giorno invece di 40/42 euro».
La metà saranno a disposizione di anziani con problemi di demenza o Alzheimer.
 
La cerimonia di inaugurazione è iniziata con la messa celebrata dal parroco don Giuseppe Savio nel parco ombreggiato della casa di riposo, alla presenza degli anziani ospiti e dei loro familiari.
A seguire il saluto del presidente della Fondazione Pierenzo Faberi e gli interventi delle numerose autorità invitate, fra cui il vescovo di Brescia, mons. Luciano Monari.
 
«L’ampliamento della casa di riposo risponde alle esigenze di tante famiglie e di tanti anziani che hanno bisogno di assistenza – ha esordito Faberi –. Già nel 2000, dopo un primo ampliamento, ci si era resi conto che i posti letto erano insufficienti, così i vari consigli di amministrazione che si sono succeduti hanno cominciato ad accantonare dei fondi e poi a progettare la nuova struttura».
 
Il presidente ha voluto ringraziare tutti coloro che hanno lavorato per l’ampliamento, dai progettisti di Euro Project di Bagnolo Mella, all’impresa Campana che ha realizzato l’opera, senza dimenticare le istituzioni che hanno accompagnato l’intero iter, il personale della Rsa, i volontari e gli anziani ospiti che hanno dovuto sopportare un po’ di disagi durante i lavori.
 
Per la sua realizzazione era prevista una spesa di 4 milioni e 765 mila euro, scesi poi a 3 milioni e 860 mila dopo la gara d’appalto.
Il piano finanziario prevede l’utilizzo di fondi propri della Rsa per due miliardi e 400 mila euro, l’accensione di un mutuo ventennale per un milione e 300 mila, 100 mila euro di contributo da parte della Fondazione della Comunità Bresciana e 500 mila grazie ad un contributo europeo.
 
«L’inaugurazione costituisce un traguardo raggiunto – si è complimentato il sindaco Carlo Panzera –. L’attenzione agli anziani è il frutto della cultura laica e cattolica della nostra comunità».
«Ho apprezzato l’impegno, la capacità e anche la caparbietà degli amministratori della fondazione nel raggiungere questo obiettivo – ha rimarcato il consigliere regionale Vanni Ligasacchi –. Ora la casa di riposo si presenta con strutture e servizi sempre più all’avanguardia».
 
«Il nostro territorio si arricchisce di una nuova struttura e di nuovi servizi – ha ribadito il presidente della Comunità montana Ermano Pasini – segno dell’attenzione delle nostre istituzioni nei confronti degli anziani».
«Dobbiamo pensare a questo investimento non come una spesa, ma come l’attenzione nei confronti di persone fragili – è stato il pensiero del consigliere regionale Gian Antonio Girelli –. Con il loro ricordare, che vuol dire rimettere nel cuore, i nostri anziani rappresentano una ricchezza delle nostre comunità».
 
Nel suo intervento prima della benedizione e del taglio del nastro, il vescovo Monari ha voluto sottolianeare come la solidarietà faccia parte della struttura dell’uomo: nei primi anni di vita come negli ultimi l’uomo ha bisogno dell’assistenza degli altri. «Vobarno può ben dirsi fiera di questa struttura perché ha un sentimento umano».
 
Alla cerimonia ha preso parte anche il Corpo Bandistico Sociale di Vobarno che nell’occasione ha inaugurato il nuovo labaro.
 
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