E' tempo di preparativi per i cacciatori
È tempo di vacanze, ma i cacciatori già cominciano a cullare il pensiero dell’apertura.

È tempo di vacanze, ma i cacciatori già cominciano a cullare il pensiero dell’apertura. E per preparare adeguatamente la ripresa dell’attività venatoria, oltre alla verifica dell’abbigliamento e degli accessori, è d’obbligo un accurato controllo del fucile.

Non basta una frettolosa pulitina, una passata con lo straccio, come si fa alla fine di ogni stagione: stavolta è necessaria una revisione generale, prima di mettere l’arma in funzione.
Qualora servisse, per giustificare l’attenzione basta poco: ricordiamoci che il fucile ha un costo non indifferente, è in gioco la nostra e altrui sicurezza - anche e soprattutto nei piccoli calibri -.

La pulizia normale prevede una passata superficiale con lo straccio, per asciugare l’umidità esterna, poi si puliscono le canne con lo scovolo di crine di cotone e si lubrifica l’esterno e l’interno con olio da armi. Se questa semplice operazione viene fatta dopo ogni uscita, l’arma si mantiene bene.

Se, invece, si ritarda, anche solo di uno o due giorni, i residui dello scoppio combinati con l’umidità atmosferica cominciano ad attaccare il metallo della canna e della bascula, provocando ossidazione e impiombatura, con macchie e bolle di ruggine che, se non rimossa subito, diventa deleteria. In questo caso, la canna dalle superfici corrose, come minimo perde nella compattezza della rosata.

Attenzione agli scovoli: oltre a quello di cotone ve ne sono di crine, di rame a spirale e a spazzolino d’acciaio. Ciascuno ha la sua funzione e serve per un tipo di canna. Prima di acquistarli, consultare l’armaiolo.

Per la pulizia, bando a petrolio, nafta, olio d’oliva, ma si utilizzino prodotti specifici, addizionati di siliconi, grassi minerali e detergenti. Costano di più ma offrono una vera sicurezza.
I fucili, poi, non vanno riposti a canne in su: il lubrificante colerebbe impregnando il calcio. Facciamo come il nonno che (al classico chiodo) metteva l’arma a canne in giù. Una volta all’anno il fucile è meglio portarlo dall’armiere, per far pulire e lubrificare anche i meccanismi interni.

Serve una gran cura anche per conservare polvere e cartucce, che vanno preservate dall’umidità. Poi, una regola: il vino, invecchiando, migliora. Per la cartucce e la polvere, invece, serve solo un piccolo riposo, una pennichella. Dopo è meglio passarla al museo.
Infine, da non trascurare come qualcuno fa, il controllo della cinghia del fucile, ne va della nostra e dell’altrui sicurezza.

Da Bresciaoggi
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