Cacce in deroga: fioccano i commenti
Fioccano commenti alla normativa regionale sulle cacce in deroga. Tra i primi si registra quello della Federcaccia bresciana che «esprime un giudizio sostanzialmente favorevole per la legge approvata in Consiglio.

Fioccano commenti, di approvazione e di critica, alla normativa regionale sulle cacce in deroga.
Tra i primi si registra quello della Federcaccia bresciana, associazione che, viene precisato «conta 18.000 associati», e che «esprime un giudizio sostanzialmente favorevole per la legge approvata in Consiglio regionale.

L’assessore Viviana Beccalossi ha continuato un percorso improntato al rigore e al rispetto della normativa europea, l’unico che garantisce, considerando anche la situazione politica nazionale, lo svolgimento delle cacce in deroga. Per lo storno la via era obbligata: solamente le province di Brescia e Sondrio hanno presentato danni consistenti alle colture agricole causati da questi uccelli e quindi solo in queste province poteva essere aperta la caccia in deroga.

Per Peppole e Fringuelli la Regione ha autorizzato un prelievo pari all’uno per cento della mortalità stimata e solo da appostamento fisso: avremmo apprezzato un’apertura a coloro che praticano la caccia vagante ma ci rendiamo conto che sarebbe stato un azzardo che avrebbe vanificato il lavoro della Giunta e dell’assessore Beccalossi, mettendo a rischio la caccia da appostamento fisso, vera tradizione bresciana».

Di avviso opposto Acl e Ucl (oggetto, nemmeno troppo sottinteso, della «precisazione numerica di Federcaccia), che attaccano sia i politici del «Pirellone», sia i vertici della stessa Federcaccia: «Vogliamo informare i cacciatori - scrivono in un comunicato i portavoce delle due associazioni - quali siano, a nostro avviso, i responsabili di quanto accaduto in Consiglio regionale.

In primis, l’assessore alla Caccia Beccalossi; ma insieme all’assessore dobbiamo annoverare il presidente Formigoni che pare non se la sia sentita di avallare le scelte della commissione presieduta da un esponente di maggioranza del suo stesso partito. Formigoni, probabilmente è stato raggiunto e "sensibilizzato" dai pareri giunti da quei personaggi che sostengono di essere i "sindacalisti della caccia, ma che poi si muovono dietro le quinte. Sono note le dichiarazioni del presidente di Federcaccia il quale sostiene che le deroghe non devono essere un problema. Grazie presidente, lo venga a spiegare ai cacciatori lombardi».

Dura la posizione della Lega Nord, che si è astenuta dalla votazione, che per bocca del consigliere bresciano Monica Rizzi parla apertamente di «un passo indietro. In commissione avevamo ottenuto risultati importanti a favore del mondo venatorio. Tutto inutile: un lavoro di mesi, approvato in commissione e bruciato nel giro di pochi attimi».

Proteste, dall’opposta direzione, anche dal fronte ambientalista. Ad aprire... il fuoco è la Lac: «Il Consiglio regionale ha approvato due leggi scandalose ma non nuove. Come sempre ha prevalso il patto di ferro della giunta Formigoni-Beccalossi con i cacciatori bergamaschi e bresciani, vani come sempre gli appelli della società civile. Spetta ora al Governo nazionale imporre il rispetto degli impegni presi a livello comunitario e bloccare le leggi».
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