Egoismi e miopia
di Aldo Vaglia

Vantaggi generali e localismi, democrazia delegata e referendum, in mezzo un'ipotetica difesa dell'ambiente per nascondere leciti, ma non dichiarati, interessi di parte.


Il turismo è solo una delle attività economiche che dipendono dal lago, è però la più evidente e la più vicina alla sensibilità di chi vi abita.
La pesca ha perso la sua importanza, ma la perdita di specie animali e vegetali è un danno difficile da rimediare.
L’agricoltura non è più considerata come un tempo, ma il ritorno ad una vita più salubre, ai cibi e ai sapori dei luoghi di produzione, al consumo di alimenti a “chilometri zero“ oltre a far bene alla salute, all’economia, al risparmio energetico, è diventata una scelta culturale in rapida crescita.
L’energia idroelettrica, piuttosto dimenticata e disprezzata per le sue tragedie e per l’impatto delle grosse dighe sul territorio, sta tornando, nei piccoli impianti, un modo pulito e conveniente di produrre corrente.

Inquinamento, agricoltura e energia possono considerarsi inferiori per interesse generale al turismo e all’economia del lago?
Sicuramente no!
E i movimenti che si oppongono alle opere previste per fronteggiare questi problemi hanno torto?
Anche in questo caso non si può che rispondere negativamente.
 
I movimenti, nascono e crescono attorno ad un obiettivo, su quello costruiscono il consenso e di quello si occupano.
Quelli del lago operano perché il livello rimanga il più costante possibile, né troppo alto per non occupare spazi strappati alle acque nel tempo, né troppo basso per non compromettere  bellezza e balneazione.
Il miglior modo per raggiungere questi risultati è chiudere la galleria degli agricoltori, (fenomeno quasi completato per mancanza di manutenzione) e smantellare le paratoie.
Ogni azione che possa raggiungere lo scopo è auspicabile.
Accusare i movimenti di incoerenza e irrazionalità vuol dire non aver capito le dinamiche che muovono le contestazioni.
Altri sono i compiti assegnati alle istituzioni, queste possono sviluppare con i movimenti rapporti dialettici che esaltino la partecipazione, hanno però l’obbligo di tenere distinti i piani.

La regione ha svolto il suo ruolo interessandosi principalmente di sicurezza.
Lo ha fatto con un progetto che aveva nelle intenzioni la possibilità di abbassare i livelli in caso di pericolo, attraverso una galleria sostitutiva dell’attuale, uno sbocco a valle della paleo frana e con  nuove paratoie a monte del fenomeno franoso.
La comunità montana, per non sconfessare l’operato di qualche sindaco di area ha preferito defilarsi.
I comuni hanno affrontato l’argomento su posizioni divergenti.
Due hanno mantenuto gli accordi con la regione, gli altri due, con maggioranze modificate dalle elezioni, hanno rinnegato quello firmato dai predecessori.

Un nuovo accordo ha trovato finalmente disponibili i comuni riottosi, questa potrebbe anche non essere una perdita di tempo se servisse ad una più chiara definizione dei livelli minimi.
I comuni di Anfo e Idro hanno la possibilità con questa firma di dimostrare, già con le opere di compensazione, la bontà dei loro progetti e che la loro visione del lago e del territorio non è né miope né egoista.

 
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